2009

Parma, Marino soddisfatto della sua squadra 1

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Il mister del Parma, Pasquale Marino, ha rilasciato alcune dichiarazioni ieri sera al termine della sfida contro il Racing Santander, finita per 1-1 dopo i novanta minuti dei tempi regolamentari. Si è detto soddisfatto del gioco visto sul campo, lasciando intendere che il gruppo sta finalmente metabolizzando i suoi insegnamenti: “Dal punto di vista fisico c’è stato un passo in avanti. Nonostante il terreno un po’ pesante per la pioggia, i ragazzi hanno giocato con una discreta intensità . E’ chiaro che siamo ancora lontani dalla forma migliore, però i progressi ci sono, in particolare dal punto di vista della concentrazione. Nel corso di tutta la partita abbiamo rischiato poco contro un avversario di valore. C’è anche un certo ordine tattico, anche se dovremo migliorare quando saremo più veloci – si legge sul sito ufficiale -. Marques? E’ entrato subito in partita, ma credo che in questo momento non sia corretto parlare di singoli. Ci sono ragazzi brevilinei che entrano prima in condizione, seppure Fernando ha subìto anche un leggero infortunio durante il ritiro. La cosa che mi è piaciuta è stata la predilezione della squadra per il gioco palla a terra, non abbiamo buttato via un pallone. A volte abbiamo fin troppo esagerato nel tenere la palla, in certi casi questo non va bene. Inoltre chi porta palla deve sempre avere a disposizione due o tre soluzioni, cosa che sarà  possibile quando migliorerà  la condizione. In questa fase comunque è giusto così, altrimenti significherebbe che abbiamo lavorato poco. Siamo ancora un po’ imballati. La posizione di Giovinco? Credo che in un tridente d’attacco lui debba giocare largo a destra o a sinistra. Rosa troppo ampia? Non mi sembra che siamo tantissimi. Nell’arco di un anno ci saranno possibilità  per tutti e una rosa completa mi sembra un fattore positivo. Questo non vuol dire che penalizzeremo i ragazzi che trovano meno spazio impedendogli di andare altrove. Io riesco a lavorare bene ed in maniera qualitativa, in fase di preparazione ero abituato a lavorare con almeno trentacinque giocatori e questi numeri qua non ci sono. I ragazzi hanno la cultura del lavoro e i risultati si vedono”.

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