2014
Parma, Lucarelli: «Non mi sento una bandiera. Europa? Tra 2 mesi…»
LUCARELLI PARMA – Alessandro Lucarelli sta vivendo una delle sue migliori stagioni da calciatore. Il capitano del Parma si è raccontato oggi in una lunga intervista a Il Corriere dello Sport, della quale vi riportiamo i tratti salienti. Ecco le parole di Lucarelli: «Il calcio per me rimane sempre quello che era quando ero piccolo, ovvero un gioco più che un lavoro. A Parma fortunatamente non si vedono le violenze che ci sono su altri campi, da fuori è facile dire che non si sarebbe fatto qualcosa come in Salernitana – Nocerina però poi i calciatori penso siano solo vittime. Nel calcio girano tantissimi soldi e c’è bisogno sempre di esempi sportivi, di gente che dia l’anima in campo».
GRUPPO – «Io ce la metto tutta dentro e fuori dal campo, penso che il gruppo si costruisca così anche con delle grigliate e magari bevendo un bicchiere asseiem. Mio fratello Cristiano faceva così a Livorno, ci si divertiva davvero ma purtroppo in amaranto sono rimasto solamente un anno. In estate stavo per tornare ma poi ho deto di no, mi sarebbe piaciuto tornare ma devo molto a Parma e finirò qui la mia carriera. Sono gli ultimi anni e voglio godermeli fino in fondo, sto meglio adesso di qualche anno fa addirittura».
FAMIGLIA – «Sono partito per Piacenza a 16 anni, ero giovanissimo e fu un distacco traumatico, i primi mesi ero in coma profondo e non facevo che piangere. A Piacenza però sono rimasto otto anni, quattro in primavera e quattro in prima squadra. Sono sempre stato il fratello di Cristiano. La gente ancora mi confonde con lui. Quando ho fatto quel gol di tacco lui faceva finta di essere scocciato: ho fatto 240 gol e mi chiedono del tuo, diceva. Abbiamo sempre avuto un rapporto speciale, si fece anche bocciare alle medie per venire in classe con me. I miei figli? Diego ha tre anni, è troppo piccolo. Jacopo ne ha nove ma non segue il calcio, balla. Matteo ne ha dodici, fa l’attaccante e pare mio fratello. Conosce tutti i giocatori ed in estate andava da Preiti a dire i giocatori da prendere!».
SERIE A – «Non mi sento una bandiera del Parma, sono qui da tanti anni e penso di essere un punto di riferimento, a una certa età bisogna prendersi delle responsabilità, servono giocatori a cui aggrapparsi durante le difficoltà. Quest’anno sono arrivati giocatori importanti, c’è più qualità, siamo più forti. Un rimpianto particolare nella mia carriera non c’è, però mi sarebbe piaciuto giocare una coppa europea, però ne riparliamo tra due mesi. Roma? Fa paura, è tecnica, ha corsa. E’ l’unione che hanno trovato che mi fa paura. Noi andremo là con determinazione. Veniamo da dieci gare senza sconfitte e non è un caso».