2015

Parma, Gobbi: «Lo spettro del fallimento della società è incombente»

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Continua: «La percezione che le cose andassero male c’è da inizio campionato»

E’ caos in casa Parma. La situazione societaria non si è ancora risolta e c’è grande incenrtezza. Al sito dell’Assocalciatori, il vice capitano ducale Massimo Gobbi ha fatto il punto della situazione: «La percezione che le cose andassero male c’è da inizio campionato. La mancata licenza Uefa, Ghirardi che si è nascosto dietro a questo per non dare risposte. Il 15 novembre è arrivata la seconda penalizzazione di ulteriori 2 punti per le scadenze degli stipendi dopo il punto per la mancata licenza Uefa. Il 16 novembre, termine per percepire gli stipendi di luglio, non abbiamo percepito nulla e il 20 novembre si è presentato da noi Ghirardi. A colloquio con noi nello spogliatoio ci ha detto che i mancati pagamenti erano dovuti al fatto che Taçi non aveva ancora acquistato la società. Da quel momento in poi non abbiamo più sentito nulla se non la storia del passaggio di proprietà a da Dastraso Holding presieduta da Kodra».

CONTINUA GOBBI –  «Dopo essersi insediato si è presentato alla squadra non dando nessuna garanzia dicendo che i debiti erano molto più ampi del previsto. Abbiamo così dato come scadenza alla società per la messa in mora i controlli del 16 febbraio che avrebbero comportato ulteriori punti di penalizzazione. Kodra disse che promesse non ne poteva fare. Dal nulla poi leggiamo del presunto passaggio da Kodra a Manenti. Manenti e Alborghetti con Leonardi si sono presentati alla squadra dicendo che avevano un piano industriale che avrebbe permesso di rispettare le scadenze del 16 febbraio. Lunedi 16 febbraio da Manenti arrivano garanzie che ci fanno posticipare di qualche giorno la decisione della messa in mora, ma ad oggi queste garanzie non hanno portato a nulla. Nei giorni successivi visto che Manenti non dava ancora garanzie abbiamo deciso che non avremmo giocato contro l’Udinese visto che Manenti non aveva garantito nemmeno il pagamento degli steward. Oggi, al 25 di febbraio, dalla proprietà non riceviamo ancora segnali confortanti ma, anzi, vediamo pignorati un’enorme quantità di beni. Il Presidente continua a posticipare incontri e a non darci garanzie e la Lega, oltretutto, ha dato come unico segnale la convocazione dell’assemblea che dovrà pronunciarsi sul Parma il 6 marzo. Noi continuiamo ad allenarci cercando di fare le cose al meglio con grande coerenza e dignità pur sapendo che lo spettro del fallimento della società è incombente visto che il 19 marzo è prevista l’udienza fallimentare che potrebbe porre fine alla nostra stagione e al Parma».

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