2013
Parma, Asprilla: «Io, genio e sregolatezza»
L’ex attaccante ha raccontato il suo complesso passato ed i cambiamenti nel calcio.
PARMA ASPRILLA – Sbarcato nuovamente a Parma per la “Partita del Centenario”, Faustino Asprilla ha ricordato la sua esperienza emiliana: «Era febbraio, un freddo terribile e io avevo solo una giacca estiva: il solito furbone… Mi voleva la Fiorentina, poi saltò tutto. Allora mi prese il Parma. Non mi conosceva nessuno. Ero veloce e dribblavo bene: saltavo il mio avversario e filavo dritto in porta. Poi gli allenatori si sono svegliati… Io sono stato genio e sregolatezza. E lo sono ancora. Avevo grandi qualità e, se avessi indossato le maglie di Juventus, Milan o Inter, forse avrei vinto anche il Pallone d’Oro. Se l’ha portato a casa Nedved, con tutto il rispetto… Quando sono arrivato a Parma mi avevano appena operato al menisco in Colombia. A quel tempo gli interventi non erano mica sofisticati come quelli di oggi: si tagliava e via… Io ho fatto una carriera intera con un ginocchio “aggiustato” male», ha raccontato a “La Gazzetta dello Sport” l’ex attaccante.
INCUBI – Il colombiano ha poi parlato del calcio attuale e delle differenze da quello da lui vissuto: «Adesso ci si basa soprattutto sulla velocità. Allora, invece, c’erano tecnica e velocità insieme. E poi gli attaccanti erano meno protetti dagli arbitri: era più difficile giocare. Se oggi commettono un brutto fallo su Messi, tutti si mettono a piangere, dall’Argentina alla Nuova Zelanda. Quando picchiavano me, Batistuta o Van Basten non si lamentava nessuno. Adesso è più semplice fare l’attaccante: non ti trovi di fronte gente come Baresi o Vierchowod. Io, quelli lì, me li sogno ancora di notte».
RAZZISMO –Asprilla ha ammesso di aver ricevuto ricevuti: «Sì, e non ho mai detto niente. Io ho sempre pensato a giocare, e basta. E poi, se uno fa “buuu”, sono problemi suoi, mica miei. Io sono nero, e sono orgoglioso di esserlo. Se a qualcuno non piace, pazienza: non posso cambiare colore…».
ERRORI – Sugli errori commessi ha poi spiegato: «Ho guadagnato, ma meno di quello che si guadagna oggi. Adesso una qualsiasi pippa porta a casa, in un mese, quello che Van Basten portava a casa in un anno. E di Van Basten, ora, non ce ne sono mica. Ho sempre pagato per i miei errori. Prigione? Sì, ma per dieci giorni, poi non mi sopportavano più… Ho sparato colpi di pistola durante un allenamento in Cile? Era una pistola giocattolo, uno scherzo per stimolare i miei compagni di squadra. Con Nevio Scala ho avuto qualche problema, ma era bravissimo. I suoi schemi sono validi ancora oggi».
PRESENTE – Infine, Asprilla ha raccontato cosa fa ora: «Ho una squadra di calcio di ragazzini, il Club Atletico Faustino Asprilla. Insegno a giocare a pallone. E poi mi godo la famiglia e gli amici. E pure le donne. Non è proibito, vero? E l’anno prossimo, al Mondiale, farò il giornalista: commentatore per Radio Caracol. A proposito: grande Colombia, ci siamo qualificati per Brasile 2014».