2015

Parata di stelle

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E’ l’ora dei quarti di finale di Champions League: uno spettacolo fino all’atto conclusivo dell’Olympiastadion di Berlino

Ci siamo. Quando nella massima competizione internazionale per club restano in vita soltanto otto squadre è immediato dedurre che siano le più forti e che al loro interno si possano rintracciare i migliori esponenti mondiali di questo appassionante sport: quarti di finale della Champions League 2014-15, ecco una panoramica sulle sfide – e sui protagonisti – che accenderanno la fase finale della kermesse fino all’atto conclusivo dell’Olympiastadion di Berlino.

JUVENTUS-MONACO – Considerato il livello delle restanti concorrenti è impensabile negare come il sorteggio di Nyon sia stato benevolo con gli uomini di Allegri: la Juventus affronterà il quarto di finale con il Monaco da favorita e dovrà giocarsi al meglio la grande opportunità di centrare le semifinali della competizione per superare al primo colpo i risultati dell’era Conte. Di fronte una squadra che magari non eccelle nelle individualità ma che ha palesato una discreta organizzazione di gioco e di conseguenza un’invidiabile tenuta difensiva: un gol incassato nell’intera fase a gironi, nessuno in tal senso come il Monaco. La stella della gara è Carlos Tevez: con Pogba ai box i fari sono accesi su chi ha saputo trascinare la Vecchia Signora a suon di gol e rincorse agli avversari. Inappuntabile in campo nella sua vita bianconera – altro che bad boy verrebbe da dire – riveste per bocca di Allegri il peso che i vari Messi e Ronaldo hanno nei rispettivi club d’appartenenza.

ATLETICO MADRID-REAL MADRID – Se d’impatto viene logico affidare il ruolo della favorita al Real Madrid del nostro Ancelotti, campione in carica della competizione e armata di infinito valore tecnico ed economico, il riscontro del campo lascia quantomeno spazio ad alcuni dubbi. Partiamo dalla scorsa stagione: nella Liga l’Atletico Madrid ha vinto al Bernabeu (0-1) mentre al Vicente Calderon le due squadre hanno pareggiato con il risultato di 2-2, nella spettacolare finale di Champions League si è ricorso ai tempi supplementari per eleggere il vincitore dopo che il Real aveva acciuffato i cugini in pieno overtime. Dominio blancos invece in Copa del Rey: due vittorie nette che hanno poi portato alla conquista del trofeo. Stagione in corso: due successi per gli uomini di Simeone in campionato (1-2, 4-0), una vittoria Atletico ed un pareggio in Copa del Rey. Tiriamo le somme: negli ultimi due anni 4 vittorie per l’Atletico Madrid, due pareggi e tre successi firmati Real Madrid. Gli astri che rispondono ai nomi di Ronaldo, Bale e James Rodriguez ben faranno a lasciare ogni briciola sul campo se l’intento è quello di difendere il titolo vinto un anno fa al da Luz di Lisbona.

PSG-BARCELLONA – Se il polso di chi vi scrive batte interamente in direzione blaugrana è bene analizzare la vicenda ad ampio raggio. Partiamo proprio da casa Barcellona: ad opinione personale basterebbero due signori del calcio che rispondono ai nomi di Leo Messi e Neymar Jr. per risultare i favoriti non solo di una partita ma di ogni competizione a cui si prende parte. Gli eredi di Maradona e Pelè sublimati da un’intesa naturale che esalta un talento oggettivamente mai visto prima insieme. Dalle parti della Catalogna però amano complicarsi i piani e se un anno fa affidarono questa Ferrari ad un improvvisato quale Martino oggi si può affermare come quantomeno si sia scelto di correre un ulteriore rischio: il Barcellona è in vetta alla Liga ma qualche tensione di troppo tra squadra e Luis Enrique ed il livello di un avversario che si è esponenzialmente compattato dopo l’impresa di Londra in inferiorità numerica lasciano aperta la contesa. Ibrahimovic salterà l’andata ma ci sarà al Camp Nou, al Matador Cavani il compito di tenere fede ad un’ottima Champions League a livello personale (6 reti in 8 gare) e creare apprensione nella retroguardia meno battuta di Spagna.

PORTO-BAYERN MONACO – Sulla carta il quarto di finale dall’esito scontato: la corazzata di Guardiola, nonostante qualche assenza di rilievo, non dovrebbe incontrare particolari difficoltà nell’avere la meglio sul Porto. Che è squadra forte e – seppur non sembri – dotata di ottime individualità: i laterali difensivi Danilo ed Alex Sandro, i tuttofare Brahimi ed Herrera ed il crac Jackson Martinez. Più del Monaco, per intenderci. Il buon Pep – privo di Robben, Ribery, Schweinsteiger, Alaba, Benatia ed il lungodegente Javi Martinez – non può farsi spaventare seppur con una squadra oggettivamente decimata e dovrà riscattare la pesante disfatta della sua prima Champions League bavarese: lo 0-4 incassato un anno fa da Ancelotti suona ancora nelle orecchie di un tecnico tanto illuminato e c’è da esserne certi, il suo Bayern Monaco farà l’impossibile per rimuovere la macchia. 

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