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Papu Gomez: «Scudetto all’Atalanta sarebbe straordinario. Ritorno in Italia? Al Napoli…»

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Il fantasista del Siviglia Gomez si è raccontato in una intervista a La Gazzetta dello Sport

Il Papu Gomez, fantasista del Siviglia, in una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport ha parlato della sua esperienza in Spagna, della lotta scudetto in Serie A e del possibile ritorno in Italia.

SIVIGLIA E ATALANTA IN EUROPA LEAGUE – «So che può succedere e, se capita, gioco: è il mio lavoro. Sarei contento perché abbraccerei tanti amici, che non ho salutato quando sono andato via». 

SALUTO GASPERINI«Certo, il saluto non si toglie mai… e poi io rispetto tutti». 

FUTURO PROCURATORE«Questo mondo mi piace ma io non voglio morire di calcio. A oggi, dico: non sarò un allenatore. Basta viaggi, alberghi, ritiri. Mi piace di più l’idea di fare il procuratore oppure di andare in tv. Ma sicuramente farò anche l’investitore, l’imprenditore». 

FIN QUANDO IN CAMPO«Ho 33 anni, vorrei arrivare a 37-38. Sempre che io riesca ancora a divertimi». 

LIGA-SERIE A – «Qui Ancelotti è un genio, vince e non c’è calciatore che ne parli male. Io ho sempre avuto allenatori più aggressivi, tranne Edi Reja che un po’ me lo ricorda. La A invece è bellissima: ha 3-4 squadre che si giocheranno lo scudetto. La Juve no, è molto lontana: non penso rientri». 

SCUDETTO«Inter o Milan». 

SCUDETTO ATALANTA«Sarebbe straordinario per la città e la società: una cosa unica per Percassi, Gasperini, tutti. Sarebbe anche meglio del Leicester. Se può vincere davvero? Senza dubbio. L’Atalanta fa sempre meglio al ritorno che all’andata… e guardate dov’è ora. Se succede e trovo un po’ di spazio nel calendario del Siviglia, vengo in Italia a festeggiare». 

INSIGNE«Io ho una devozione per lui, l’ho sempre ammirato. Forse il fatto di giocare a Napoli gli ha tolto un po’ di visibilità». 

MESSI INVECCHIATO«Ma no, a me sembra sempre lo stesso: in allenamento, non lo prendiamo mai. A 34 anni, giocare ogni tre giorni ti ammazza, ma lui resta il numero 1». 

RITORNO IN ITALIA«Il Napoli. Napoli mi è sempre piaciuta per il legame con Diego, per come tratta gli argentini, per quella maglia celeste». 

MARADONA««Conosco Diego dal Sudamericano Under 17 del 2005: io ero il capitano dell’Argentina, lui venne a trovarci. Per me è stato come perdere un familiare e ancora non capisco come sia stato possibile. Come è potuto morire Diego? Come hanno potuto abbandonarlo, poverino? Come hanno fatto morire la persona più famosa al mondo?».

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