2020

Paolo Rossi, i cinque motivi che lo hanno reso una leggenda vivente

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Il Mundial da protagonista e le sfide superate hanno reso Paolo Rossi quello che è diventato. Implacabile in campo, impareggiabile fuori

IL MUNDIAL – A differenza del 2006, il Mundial ’82 ha avuto un solo padrone. L’Italia era Paolo Rossi, la sua tripletta contro il Brasile segnò un’epoca. Voluto fortemente da Bearzot e preferito al capocannoniere della A Pruzzo, Pablito ripagò il ct sollevando la Coppa del Mondo da capocannoniere del torneo, e nello stesso anno vinse il Pallone d’Oro, come solo altri due mostri sacri: Kempes e Ronaldo (il fenomeno)

PAOLOROSSI – Scritto così, tutto attaccato, proprio come lo pronunciavano i bambini persi dietro ai palloni per strada o nelle piazze. Aveva un nome comune e un fisico medio, eppure divenne l’eroe, il modello di riferimento e poi l’icona di una nazione intera, lanciata nel boom degli anni ’80. Col suo sorriso tra le braccia alzate l’Italia riscoprì lo spirito di appartenenza verso la Nazionale probabilmente più amata di sempre.

LE MONTAGNE – Per molti gli ostacoli che si trovò di fronte Paolo Rossi sarebbero stati insormontabili. Ma non per lui. Le tre operazioni ai menischi nelle giovanili della Juventus avrebbero potuto compromettere la sua carriera ad altissimi livelli, così come la squalifica di due anni spingerlo ad abbandonare il calcio. Invece Pablito non ha mai mollato e si è ripreso tutto con gli interessi, con un carattere e una personalità fuori dal comune.

L’OMAGGIO – La notizia della sua morte improvvisa ha colpito al cuore l’Italia calcistica e non, con una scia di ricordi e pensieri di chi ha avuto il piacere di conoscerlo. Distrutti i suoi compagni, protagonisti del Mundial ’82, così come i compagni di Juve, Vicenza, Milan, Verona e Perugia. Ma anche all’estero i grandi del calcio si sono inchinati al grande Pablito. Il sentito omaggio di Pelè e Falcao (che non hanno ancora dimenticato quella tripletta..) vale più di tutti.

LA VITA FUORI – Ha sempre coltivato altri interessi oltre al calcio, non amava considerarsi un grande campione e ha sempre mantenuto i piedi per terra. Disponibile, affabile, pronto a rimettersi in gioco da opinionista e talent televisivo, mai banale e dritto al sodo come in campo. Si è costruito una vita di affetti e amicizie sincere lontani dai riflettori, per essere Paolorossi solo quando voleva lui.

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