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Paolo Bianco (Modena): «De Zerbi cerca la perfezione, Allegri è un genio»

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Massimiliano Allegri

Paolo Bianco, allenatore del Modena, ha parlato alla Gazzetta dello Sport della sua esperienza con De Zerbi e ultima con Allegri

Dieci anni fa, Paolo Bianco ha conquistato da giocatore una storica promozione in Serie A con il Sassuolo. Adesso, da allenatore del Modena, è chiamato a un’altra impresa. Assistente di De Zerbi e di Allegri, attorno a lui c’è grande curiosità. Il debuttante in B ha parlato con La Gazzetta dello Sport.

2013, PROMOZIONE DA GIOCATORE COL SASSUOLO – «Un finale incredibile: siamo stati primi tutto l’anno, nelle ultime 4 partite bastava una vittoria e abbiamo perso col Modena e pareggiato con Padova e Lanciano. Se non avessimo vinto saremmo arrivati terzi col Livorno secondo e il Verona primo».

RITORNO A MODENA – «Sono un uomo cambiato con un ruolo e una responsabilità completamente diverse. Serve più attenzione per tutti. Ma è l’opportunità che aspettavo».

DE ZERBI E ALLEGRI – «Non volevo fare il collaboratore, ma De Zerbi mi ha chiamato quattro volte e all’ultima ho capito che era la soluzione migliore: lo conosco da una vita, abbiamo vinto insieme la B a Catania, ha qualcosa di diverso dagli altri e, dopo Sassuolo, l’ho seguito anche allo Shakhtar. Poi la Juve mi ha chiamato tre volte: io aspettavo la B, ma poter lavorare con Allegri, dopo essere stato suo giocatore a Cagliari e sapendo che è agli antipodi di De Zerbi, mi piaceva».

DE ZERBI – «Va alla ricerca di qualcosa che non troverà mai: la perfezione. Nel calcio non esiste. Puoi simulare tutto, ma poi c’è l’imponderabile. Però questo gli ha permesso di arrivare in alto».

ALLEGRI – «É un genio, una persona di un livello superiore. Quello che ha passato nell’ultimo anno non lo auguro a nessuno, con pressioni fortissime. Mi ha insegnato a gestire i momenti di difficoltà, in questo è un fenomeno».

SPEAKER MODENA – «Mi chiama “il condottiero del Tavoliere”, spero di non deluderlo. Di sicuro però è meglio fare gli annunci per chi segna: gli allenatori contano più di tutti, ma meno si vedono meglio è».