2014
Paloschi: «Inzaghi è un amico, ma…»
L’attaccante del Chievo vuole l’impresa a San Siro
CHIEVO VERONA PALOSCHI – Dopo gli anni trascorsi in comproprietà tra Milan e altre società, Alberto Paloschi può parlare da giocatore del Chievo Verona. Il cartellino dell’attaccante è di intera proprietà del club clivense, che ha investito e crede in lui: «Scherzando dico sempre al presidente Campedelli che con me ha fatto una mezza pazzia e voglio fare di tutto per ripagare la sua fiducia e quella del direttore Nember», ha dichiarato Paloschi a Tuttosport, dove ha spiegato di non essere dispiaciuto per non essere stato considerato dal Milan. Di sicuro Paloschi potrà sfruttare i consigli ricevuti da Filippo Inzaghi durante gli allenamenti: «Non dimenticherò mai il periodo in cui ero infortunato. Lui mi ha dato la direzione giusta per potermi curare consigliandomi il fisioterapista Giorgio Gasperini. Questo è solo un esempio, forse il più importante, dei consigli che mi ha dato».
L’IMPRESA – Inevitabilmente, dunque, la sfida di San Siro sarà speciale per Paloschi, che lì ha esordito in Serie A e che con il settore giovanile del Milan ha trascorso tanti bei anni. Ma il Chievo Verona dovrà curare ogni particolare e sfruttare le occasioni per colpire una squadra di tanti campioni: «Il Milan lo puoi battere solo se tutti in campo danno più del 100%. Poi ci vuole anche un pizzico di fortuna. Noi dovremo provare a regalare una gioia incredibile ai nostri tifosi».
OBIETTIVI – Al di là dell’obiettivo salvezza, l’attaccante coltiva il desiderio di migliorarsi in fase realizzativa, di superare cioè la quota delle 13 reti per entrare nella storia del Chievo Verona. E nel futuro un ritorno al Milan? «Sinceramente adesso io penso solo a fare il bene del Chievo e mi concentro sulla partita di sabato sera», ha glissato Paloschi, che invece non ha nascosto il desiderio di vestire la maglia azzurra: «Chi non ci pensa? È il sogno di tutti i bambini che iniziano a giocare a calcio. Credo che il discorso sia semplice: se fai bene nel tuo club e se dimostri di meritarti una chiamata in Nazionale le possibilità ci sono per tutti».