Paletta e l'azzurro: storia di un leader silenzioso - Calcio News 24
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Paletta e l’azzurro: storia di un leader silenzioso

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L’amichevole disputata ieri contro la Spagna consegna alla nostra Nazionale una nuova risorsa. Naturalmente stiamo parlando di Gabriel Paletta, centrale di 190 cm, nato a Buenos Aires ma di origini italiane. Il nonno era uno dei tanti emigranti italiani che con la valigia di cartone e un carico di speranza partì dalla Calabria per cercare fortuna nella capitale argentina. Gabriel è il pi giovane di quattro fratelli, due lavorano nel mondo dello sport: Hector è arbitro, Ariel magazziniere e Daniel preparatore. Gabriel muove i primi passi nel Banfield( la stessa scuola di Javier Zanetti per intenderci) dove dimostra subito di avere le caratteristiche del difensore argentino: grande fisicità, ottime doti nel gioco aereo tanto da guadagnarsi subito la convocazione per il mondiale Under 20 giocato in Olanda nel 2005. Esperienza che si tramuta in oro, Paletta viene richiesto espressamente da Rafa Benitez che in lui rivede Roberto Ayala, suo pupillo ai tempi del Valencia. Le premesse non vengono mantenute, nel Merseyside Gabriel non riesce a legare con l’ambiente e a fine stagione fa le valigie, destinazione Buenos Aires.

NUOVA VITA AL BOCA – Per un giocatore nato a Buenos Aires la maglia del Boca Juniors rappresenta qualcosa di straordinario. Pronti e via la sfida più importante, la finale della coppa del Mondo per club contro il Milan dei Pirlo e Kaka. Paletta gioca una signora partita contro Filippo Inzaghi ma è cosa riconosciuta, all’attuale tecnico della Primavera rossonera bastava una piccola disattenzione e ti fulminava. Con gli xeneizes gioca tre stagioni da assoluto protagonista, leader silenzioso dentro e fuori dal campo. Arriva la chiamata del Palermo, una città che può trasmettergli quel calore e quei colori che gli erano mancati nella precedente esperienza in Europa. Con i rosanero però si conclude con un nulla di fatto: Paletta ha diversi acciacchi fisici, prima al legamento crociato infortunato e poi la dsitorsione della caviglia destra. Per queste ragioni e altre di natura economica l’allora ds Sabatini decise di non formalizzare l’acquisto.

PARMA DOLCE CASA – L’Italia era nel destino di Gabriel, pochi dubbi. Lo ha ribadito lui tante volte e il Parma gli ha dato ragione puntando su di lui nel 2010. Arriva nel Ducato tra lo scettiscimo generale, forse nell’anno più duro della storia del Parma. Paletta ha carattere e si impone sin da subito in una città che rispecchia il suo carattere laborioso ma schivo, libero da pressioni eccessive. Paletta è un leader atipico, parla poco e non cerca la giocata sensazionale. Per lui viene prima la squadra che il singolo. E’ tremendamente ambizioso, basta riavvolgere il nastro e tornare alla scorsa stagione. Prandelli gli mette gli occhi addoso, Sabella anche per via di prestazioni sempre più importanti. “Devo migliorare ancora molto, sia nella marcatura che nella continuità all’interno della gara” le sue parole in una conferenza della scorsa primavera. Prandelli non hai mai smesso di seguirlo, mandando spesso il suo fidato vice Pin al Tardini. Superati i problemi fisici, il suo rientro in squadra equivale alla straordinaria striscia i risultati utili consecutivi. Con Paletta in campo non si perde, il gigante italo-argentino è bravo nell’anticipo e nel gioco aereo. Non è rapido come Barzagli ma riesce a ovviare con il senso della posizione: chiedere informazioni a Diego Costa costretto sempre alla giocata verso l’esterno. La prestazione di ieri è stata osannata a più riprese, le big del nostro calcio sono pronte all’asta per luglio, il Parma gongola. Paletta prenota il biglietto per il Brasile, per la prossima stagione c’è tempo e se ne occupa il suo agente Martin Guastadisegno. L’intervista nel post-gara di ieri è l’istantanea perfetta di Gabriel: timido ma ambizioso, rammaricato di una sconfitta nella prova forse più importante della sua carriera. Le luci del Vicente Calderon le ha prese tutte lui diventando il ventunesimo argentino a vestire la maglia azzurra per la gioia dei tifosi ducali che lo hanno eletto a idolo indiscusso del Tardini.

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