2016
Palermo, Zamparini: «Altro che cadaveri, crediamo alla salvezza»
Dopo l’incredibile rimonta sul campo del Genoa, il Palermo spera di tirarsi fuori dalla zona retrocessione. Con l’arrivo di Corini, il patron rosanero Zamparini è fiducioso: «Un segnale importante»
Segnali di vita. Battiti di cuore che fanno la differenza tra la vita e la morte calcistica. Il Palermo con la vittoria all’ultimo respiro sul Genoa ha lanciato un messaggio al minicampionato per la salvezza. Soprattutto ha detto di non essere defunto prima del tempo, nonostante il presidente Preziosi abbia parlato di «cadaveri fatti resuscitare dalla mia squadra».
BAGGIANATE – Il presidente Zamparini si augura che arrivi la spinta per cambiare la stagione e nel frattempo risponde al collega genoano. «Preziosi purtroppo ha detto una stronzata, si sentivano la vittoria in pugno e se la sono fatta sfuggire. Di sicuro non siamo dei cadaveri – dice il patron ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport” -. È stato un segnale importante, gli dei del calcio non ci hanno voltato le spalle, come sembrava dopo la sconfitta beffa di Firenze. Però la squadra deve capire che ci aspettano solo battaglie come quella di giovedì col Pescara e alla ripresa della sosta con l’Empoli».
DIFFERENZE – Cosa ha in più Corini rispetto a De Zerbi e Ballardini? «La prima cosa che gli ho detto è che non possiamo prendere tre gol a partita, perché mica ne faremo sempre 4. Però ha una voglia matta di fare bene e la sta trasmettendo alla squadra. È pacato, riflessivo, ma ha una carica incredibile. Lui crede in questa salvezza». E lei presidente? Ha già cambiato tre allenatori e tre d.s. «Ballardini non credeva nella squadra, voleva soltanto l’aumento dello stipendio. Foschi se n’è andato perché non andava d’accordo con lui. Volevo puntare su due giovani, De Zerbi e Faggiano. Il tecnico farà strada, però deve essere meno integralista, non puoi fare Guardiola senza il Barcellona. Faggiano non lo so perché è andato via, forse ha sentito il grande salto. Ora c’è Simic, è il mio uomo a Palermo. Ma per il mercato ho già movimentato cinque d.s. che lavorano come collaboratori».
MERCATO – Come vi muoverete? «Andremo su giocatori pronti, che hanno cuore. La differenza tra noi e squadre come il Chievo e il Genoa sta nel cuore, non nella tecnica. Stiamo vedendo in Italia, se è il caso anche in Serie B. Abbiamo bisogno di almeno due innesti in difesa, visto la lunga assenza di Rajkovic e uno a centrocampo. L’attacco mi preoccupa meno, è rientrato Trajkovski e Nestorovski anche l’altra sera è stato il migliore in campo, è il capitano del futuro. Poi c’è Diamanti che, se utilizzato quando gli avversari sono in calo, è devastante. Impiegato come l’ultimo Del Piero è un’arma letale».
PROBLEMI – La sospensione del fido di Unicredit inficerà il mercato? «No, abbiamo altre risorse. Ho scritto, però, una lettera all’istituto di credito nella quale dico che si devono vergognare, visto che con me in questi anni, a fronte di un fido di 2,5 milioni, ne hanno movimentati 243 prendendo interessi per 1,8 milioni. Senza contare che gestiscono i conti dei giocatori». Il blocco è in seguito al decreto ingiuntivo del Tas per il contenzioso con la Pencil Hill di Mascardi per l’affare Dybala: «Sto subendo un’estorsione, avallata dal Tas che ai tempi era vicino a Blatter. Non posso avere acquistato Dybala per 12 milioni e pagarlo 23, già ne ho sborsati 12,5. Ho un esposto in procura contro Mascardi, gentaglia. Avevamo raggiunto anche un accordo di dilazione di 10 milioni in quattro anni, dei quali 2,5 già pagati. Gli altri 7,5 sono garantiti da fidejussioni, ma loro li volevano subito».