2009
Palermo, Maccarone: “Ho scelto Palermo perchà© ci sono progetti ambiziosi”
“Per un calciatore il rischio più grosÃ?Âso è sentirsi arrivato” .Ã? Massimo Maccarone quel rischio non sembra proÃ?Âprio correrlo. Questione di carattere, questione di carriera. Perchè se fosse stato esposto a questa umana debolezza, probabilmente sarebbe crollato a MidÃ?Âdlesbrough il giorno in cui Steve McLaÃ?Âren lo presentò così alla stampa e ai tiÃ?Âfosi: “Abbiamo acquistato il calciatore italiano che più assomiglia a Del Piero” .
Aveva ventidue anni, veniva dalla serie B e in valigia conservava sogni e ambiÃ?Âzioni. “E’ vero, disse così ma poi mi mandava in tribuna” , sorride adesso. Stava toccando il cielo con un dito: la Nazionale, la Premier.
Sembrava l’inizio. Adesso, a Palermo, è un nuovo inizio di quelli che nella vita vengono riservati a chi riesce a riemerÃ?Âgere dai momenti difficili con leggere escoriazioni. Forse per questo, in estate ha spiegato che il Palermo è la sua Juve, la squadra che avrebbe potuto proiettarÃ?Âlo verso successi sconosciuti, semmai quella Coppa Uefa, nel frattempo divenÃ?Âtata Europa League, solo sfiorata ai temÃ?Âpi del Middlesbrough.
E ora conferma: “Ho scelto Palermo perchè la società ha progetti ambiziosi, perchè lavora con i giovani” . Perchè può vincere quel che avrebbe potuto vincere sette, otto anni fa quando era giovanissimo, Ã?«l’attaccanÃ?Âte del momento, che tutti volevanoÃ?». Il nuovo Del Piero, come diceva McLaren, il “tecnico con l’ombrello”, il ct che riuÃ?Âscì nella titanica impresa di non far quaÃ?Âlificare l’Inghilterra agli Europei del 2008. O ilÃ? “piccolo Vialli” , definizione che ha sempre accettato con trasporto notevole avendo eletto Gianluca suo idoÃ?Âlo giovanile.
Nel Palermo imÃ?Âpegnato in campionato e in Europa, c’è spazio per tutti. Lui, poi, quando lo spaÃ?Âzio lo ha avuto non è che sia rimasto a guardare: porta la sua firma, ad esemÃ?Âpio, il pareggio contro il Lecce, quel gol segnato all’ultimo secondo, all’ultimo respiro. Vorrebbe giocare di più, sopratÃ?Âtutto ora che sta bene. Ma l’esperienza inglese lo ha fatto maturare: “Mi ha inÃ?Âsegnato ad affrontare i momenti che sto vivendo ora. In Inghilterra non giocavo e non capivo. Ho vissuto periodi comÃ?Âplessi, decisamente brutti: mi facevano allenare con i ragazzi. Ora, semmai, rieÃ?Âsco a farmene una ragione. Magari caÃ?Âpisco che non stavo troppo bene. Ora, però, mi sento bene e so che devo lavoÃ?Ârare per farmi trovare pronto”.
Quella con il Palermo è una storia tutÃ?Âta da scrivere, semmai cominciando da domani, contro il Bologna. E poi gioveÃ?Âdì in Europa League. La squadra ha biÃ?Âsogno dei suoi gol, dei gol di un attacÃ?Âcante che per costruirsi, per migliorarÃ?Âsi si è ispirato a Boksic, Viduka e HasÃ?Âselbaink. E che nei momenti liberi sfoga la sua passione per lo snooker, il biliarÃ?Âdo inglese. I gol di un attaccante che al suo “secondo inizio” vuole ottenere quel che non ha ottenuto nel primo, quando un infortunio diede all’esperienza ingleÃ?Âse i caratteri di un brutto ricordo.
Siena gli ha fatto dimenticare quel passato; Palermo può restituirgli con qualche anno di ritardo quel futuro che sembrava a portata di mano quando Trapattoni lo convocava in Nazionale. 2Mi trovo bene con gli alÃ?Âlenatori che hanno fiducia in me”. Ne ha trovati, in carriera: “Silvio Baldini, il tecnico che mi ha fatto maturare, come calciatore e come uomo. Ricordo con afÃ?Âfetto Beretta e Malesani. I momenti più belli, d’altronde, li ho vissuti a Siena. Ero reduce da un anno nerissimo, veniÃ?Âvo da una squadra in cui giocavo poco. A Siena ho trovato la fiducia dell’alleÃ?Ânatore. Soprattutto ho sentito la fiducia dell’ambiente. E io sono uno che agli ambienti si lega”.
Ma ora deve scrivere un nuovo capitoÃ?Âlo. Sa bene che le attese sono diverse perchè qui la salvezza non basta, ci vuoÃ?Âle di più. Bisogna soltanto riuscire a leÃ?Âgare le ambizioni della squadra e le sue ambizioni personali, trovare il modo per coniugarle: a Palermo vivo bene, anÃ?Âche se sono arrivato da poco tempo. La gente qui è aperta, solare. Mi hanno acÃ?Âcolto bene”. Condizioni giuste per ritroÃ?Âvare il tempo perduto e quei successi che otto anni fa sembravano scritti nel suo destino.
Fonte: corriere dello sport