2012

Palermo, Lo Monaco: “Non saluterò Pulvirenti. Gasperini..”

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PALERMO CATANIA LO MONACO – I derby, così come la maggior parte delle sfide delicate, sono caratterizzati da veleni o botta-e-risposta pungenti, ma Pietro Lo Monaco ha scelto la strada dell’ironia e del sarcasmo per colpire il suo ex Catania senza scatenare o alimentare le polemiche. Intervistato da Il Giornale di Sicilia, il dirigente del Palermo ha parlato in vista del derby.

Lo Monaco, per lei non può non essere un derby particolare?

«Sfugge per pathos a qualsiasi pronostico e comprensione, i giocatori si motivano da soli, non hanno bisogno di alchimie, se non ci riescono dovrebbero chiedersi se possono fare questo mestiere. Per me, però, non è una gara speciale, conta solo la sfida tra Catania e Palermo. Si è ribaltato il copione di sempre, sapevo da inizio stagione che i due club avevano obiettivi diversi. In palio ci sono tre punti importanti per la nostra salvezza e per il Catania, che deve puntare all’Europa League. Non raggiungerla, per le potenzialità che ha, sarebbe un fallimento. Se lì parlano di salvezza si prendono in giro, o danno l’immagine di chi è abituato a fallire. Chi si nasconde fa pretattica».

In rossazzurro è rimasto qualcosa di suo, come il silenzio stampa scaramantico prima del derby…

«Lì non ho lasciato qualcosa, ma tutto. È una realtà costruita interamente dal sottoscritto. Come non hanno toccato niente dal punto di vista tecnico, da bravi soldatini adottano le mie stesse tattiche pre-derby. Otto anni comunque non si dimenticano, sarei uno stupido a rinnegare quel che ho creato, una realtà partita dal niente e ora fra le migliori in Italia».

Ha parlato alla squadra?

«Sì, è un appuntamento settimanale. Siamo tutti consapevoli del momento particolare, quasi innaturale. Negli ultimi dieci anni il Palermo non ha mai lottato per la salvezza, l’anno scorso si erano sentiti i primi scricchiolii. Non c’è abitudine a questo tipo di lotta e diventa tutto abbastanza più difficile, bisogna mantenere i nervi saldi. Daremo un aiuto all’organico a gennaio e lotteremo per un obiettivo che è alla nostra portata».

Quanta fiducia ha?

«Se potessi scenderei in campo io in partite così. Sono sicuro che le due squadre si affronteranno al massimo della tensione sportiva. Poi è chiaro, giochiamo contro una corazzata. Il Catania è il Barcellona, ha campioni in grado di fare una passeggiata dappertutto. Noi siamo piccoli, ma in campo getteremo sangue, lottando col coltello fra i denti. Ho letto i toni trionfalistici del vicino della porta accanto, sembra che la partita sia già decisa. Noi vogliamo avere la presunzione di rimboccarci le maniche e provare a fronteggiare il Barcellona».

Saluterà Pulvirenti?

«No. Non voglio far polemica né dire il vero motivo per cui sono andato via da Catania. Lui lo sa. A Catania tutti hanno dato un apporto per creare la struttura attuale e lui è stato importante come tanti, come l’autista del club, Antonio Pennisi».

Farete affari di mercato col Catania? Si parla di Marchese…

«Non penso con le attuali dirigenze. In passato abbiamo avuto rapporti cordiali e fatto trasferimenti, ora al Catania sono troppo aperti mentalmente per fare operazioni con noi. Sono troppo avanti, noi troppo piccoli per poter trattare con loro».

In campo al Palermo mancheranno Barreto  e Ujkani…

«Se Sparta piange Atene non ride, il Catania non avrà Bergessio e Biagianti».

Crede che Barrientos non giocherà dopo le polemiche parole d’addio (su Twitter), poi rimangiate?

«Catania è una realtà solida, solo un deficiente potrebbe farla fallire. Per come vedo io Barrientos è il calcio».

Che risposta si aspetta dal pubblico?

«Non si fanno certe cose, come abbassare i prezzi, perché ci si aspetta una risposta, ma perché si sentono. Se si fanno meno di tremila paganti col Milan, capisci che devi darti da fare e venire incontro alla nostra gente. Questa città ama la sua squadra e vorrei che scendesse in campo, non solo per il derby ma da qui alla fine. Un Barbera tinto di rosanero incute rispetto».

Sarà un derby con meno restrizioni…

«Un attestato di fiducia per le due tifoserie. Mi auguro una festa sugli spalti».

Le danno fastidio le voci su un Gasperini in bilico?

«È una cosa che offende il Palermo. Qui non ci sono burattini, al di là della storia recente di tanti cambi in panchina. Siamo una società seria, raggiungeremo i nostri traguardi con questo allenatore, che è uno dei più bravi di Italia».

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