Palermo, devi crederci! A patto che non sbagli le "prove del nove" - Calcio News 24
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2009

Palermo, devi crederci! A patto che non sbagli le “prove del nove”

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Alzi la mano chi, dopo l’arcobaleno celestiale disegnato da Fabrizio Miccoli o dopo la riverenza di Igor Budan al regalo della difesa della Juventus, non ha pensato che questa squadra, fatta di eroi silenziosi e di impavidi trascinatori, può finalmente essere pronta per fare il grande salto nel calcio che conta davvero.
La vittoria dei ragazzi di Delio Rossi all’Olimpico di Torino ha probabilmente cementato quella convinzione e quella consapevolezza, che già  nei tifosi rosanero esisteva da qualche domenica: forse dalla striscia di sette vittorie consecutive tra le mura amiche; forse dalla lezione di calcio impartita al Milan il pomeriggio del 13 dicembre, data dell’ultimo acuto in trasferta del Palermo prima dell’impresa di Torino; forse dopo che un ragazzino uruguaiano di appena 19 anni, gettato nella mischia tra l’incredulità  generale, alle prime due palle-gol della sua vita, trafigge un certo Sebastian Frey e regala un netto 3-0 contro la Fiorentina.

Limitando i riferimenti alla magica serata torinese, a posteriori possiamo dire che la partita disputata dal Palermo è stata pressochè perfetta: ha sofferto nel primo tempo, lasciando giocare la formazione bianconera ma limitando al tempo stesso le sue bocche da fuoco, anche se in alcuni casi particolari, come l’abulico Trezeguet o il nervoso Del Piero, queste si sono auto-escluse dall’incontro, mentre nel caso di Diego c’è da parlare di un giocatore non ancora inserito sia negli schemi di Zaccheroni sia soprattutto nei meccanismi del calcio italiano; nella ripresa, complice anche l’inevitabile stanchezza della Juve dopo le fatiche di coppa del giovedì, i ragazzi di Delio Rossi sono cresciuti alla distanza, collezionando veloci ripartenze e arrivano vicina al gol, come nel caso della conclusione di Pastore parata provvidenzialmente da Manninger, dopo un contropiede condotto in maniera esemplare da Hernandez prima e da Miccoli poi.
I limiti della Juventus vista domenica hanno accresciuto i meriti di un Palermo, che grazie al suo faro, Fabrizio Miccoli, ha fatto rivedere al pubblico di fede juventina una conclusione degna del miglior Baggio o del Del Piero dei tempi migliori: l’impotenza di Manninger sulla parabola del numero 10 salentino è forse l’immagine più evidente di una squadra che vorrebbe fare, ma non riesce per dei limiti tecnici e di organico, ormai noti a tutti.
Così come l’azione che ha portato al gol di Budan, è la chiara manifestazione di quanto il Palermo sia più pronto della Juventus, nel caso specifico della gara di domenica tanto quanto nell’arco della stagione, a cogliere i momenti di rilassamento degli avversari e trasformarli in oro.
E passa in secondo piano anche la rete annullata (giustamente) a Cannavaro, unico vero momento di pericolosità  juventina nel secondo tempo, dopo che nella prima frazione i bianconeri erano andati vicini al bersaglio quasi per sbaglio, con quel cross sbilenco di Candreva che prima il palo e poi Sirigu sono riusciti a neutralizzare, non senza un attimo di panico per la retroguardia palermitana.

Detto della gara contro la Juventus, ora il Palermo è atteso da altre “prove del nove”, per vedere di quanta sostanza è fatto questo sogno di conquistare l’Europa che conta e soprattutto per approntare eventuali correttivi ad una squadra che nei prossimi due mesi potrebbe far esplodere di gioia una città  che in 110 di storia ha sofferto tanto.
E’ giusto fare un appunto: le gare in cui i rosanero dovranno dimostrare quanto valgono non sono tanto le sfide, entrambe al “Barbera”, contro le due milanesi, ma soprattutto le gare contro le cosiddette “squadre-materasso”, a partire da quel Livorno che tra cinque giorni giungerà  in Sicilia schiumante di rabbia per una posizione in classifica pericolosa e per il rapporto sempre meno idilliaco con gli arbitri; a seguire, verranno a Palermo altre due squadre in lotta per restare in A, come Bologna e Chievo, così come una rivale “europea” dei rosanero, la Sampdoria.
Importante sarà  anche non fallire gli appuntamenti in trasferta, in particolare il derby di ritorno del 3 aprile e gli scontri diretti contro Genoa (24 marzo) e Cagliari (18 aprile).
In conclusione, le ambizioni da Champions sono finalmente legittime, e sembra che la squadra di Delio Rossi abbia qualcosa in più da offrire rispetto a quella della stagione 2006/2007, quella che dilapidò un fantastico terzo posto del girone d’andata con un ritorno da galleria degli orrori: il Palermo attuale è più squadra, meno legato all’estro dei singoli, a differenza della squadra di Guidolin, che ha perso improvvisamente smalto e gioco dopo il ko di Amauri.
Basta crederci sempre e non avere mai momento di autocelebrazione, se si vuole far sentire quella musichetta anche al “Renzo Barbera”…