2017

Pagelle Juve: i giudizi sugli eroi dello Scudetto

Pubblicato

su

Pagelle Juve: i giudizi sugli eroi del sesto Scudetto consecutivo, obiettivo storico raggiunto con estrema facilità dai bianconeri, sempre padroni di un campionato mai in discussione

BUFFON 8 – Rispetto alla Champions League viene sollecitato nettamente meno, perché per ricordarsi momenti in cui la Juve ha avuto bisogno di lui in campionato bisogna fare uno sforzo di memoria super. Ma quando conta Gigi c’è: per info chiedere a Chievo e Samp.

NETO 6.5 – Sempre attento e mai in difficoltà: in otto partite si fa sempre trovare pronto. La Juve non poteva trovare un gregario dal rendimento migliore di quello del brasiliano.

BONUCCI 9 – Con la svolta tattica del 4-2-3-1 diventa lui il vero regista del gioco e la sua intelligenza tattica diventa fondamentale per la rincorsa allo Scudetto. La ciliegina sulla torta: il gol al Napoli nella gara d’andata, gioiello pregiato dell’ennesima stagione dal leader.

RUGANI 7.5 – Peccato per qualche infortunio di troppo che gli hanno condizionato il minutaggio, ma ormai è pronto per fare il titolare. Eleganza ai limiti della perfezione, quando è in campo Allegri può sempre stare tranquillo.

BENATIA 7 – Da lui ci si poteva aspettare di più, ma ci mette tanto a scrollarsi di dosso la ruggine accumulata in Baviera. Il gol con il Milan, decisivo nel finale di stagione, lo riabilita.

CHIELLINI 8.5 – Mostruoso in Champions League, garanzia autentica in campionato. Si prende anche il lusso della doppietta contro la Samp, ma la sua forza è la continuità: impeccabile in quasi tutte le occasioni in cui mette piede in campo. E’ già pronto un monumento per Chiello!

BARZAGLI 8 – L’età gli impone una gestione oculata delle energie e Allegri lo utilizza con il contagocce, quando proprio non si può fare a meno di lui. La risposta? Sempre perfetto. Alla Juve sperano di trovare un modo per clonarlo…

ALEX SANDRO 8.5 – Quattro assist, due gol e sgroppate da fuoriclasse. La fascia sinistra è un incubo per tutte le grandi, ma non per la Juve, che in casa ha un brasiliano veramente formidabile. Ma il meglio deve ancora venire: negli ultimi mesi ha avuto un piccolo calo, compensato dalla Champions League.

DANI ALVES 7 – Nella prima parte di stagione tanti punti interrogativi, per un giocatore che sembrava essere approdato a Torino per svernare. La crescita degli ultimi due mesi aiuta la Juve a prendersi il tricolore. E che gioia il gol all’Atalanta!

LICHTSTEINER 7.5 – Si lascia alle spalle i malumori estivi e torna ad essere protagonista alla sua maniera, con i due ingredienti che lo contraddistinguono: corsa e aggressività. Menomale che la Juve se lo è tenuto stretto…

RINCON 6.5 – Apporto minimo, ma non certo per colpe sue. Arriva dal Genoa e si ritrova quasi subito in campo, poi sparisce dai radar. Ma trovare spazio nella Juve non è certo una banalità…

MANDRAGORA 6 – Un solo spezzone con il Genoa, utile per capire che cosa significa il calore dello Juventus Stadium.

PJANIC 7.5 – Il voto oscilla fra il 5 del girone d’andata e il 9 del girone di ritorno, in cui Allegri gli ritaglia un ruolo da protagonista. E allora si che comincia ad intravedersi il vero Pjanic, che regala anche due perle su punizione contro Chievo e Genoa.

MARCHISIO 7 – Non è più il giocatore eccellente che era prima dell’infortunio e in campo si nota subito. Ma il Principino, a scartamento ridotto, comunque fa capire di essere indispensabile per un gruppo che lo stima tantissimo.

KHEDIRA 8 – Il giocatore più camaleontico del mondo. Quando pensi che sia assente, tutto d’un tratto, te lo ritrovi al posto giusto nel momento giusto. Caratteristica che quest’anno gli ha permesso di realizzare cinque gol preziosissimi: mica pochi. E lo Scudetto ha il suo timbro indelebile.

STURARO 6.5 – Riserva importante per Allegri, che lo mette anche al posto di Mandzukic. Fa sempre quel che può, dando il massimo. Ed è una risorsa preziosa soprattutto a partita in corso.

ASAMOAH 7 – Padoin è andato al Cagliari e allora il talismano diventa lui. Gioca in tutte le posizioni possibili, facendo sempre un gara all’altezza. Per la corsa tricolore anche gregari come lui diventano merce rara.

LEMINA 6.5 – Parte bene, con Allegri che lo schiera con una certa continuità nel ruolo. Poi il rendimento non sufficiente, la Coppa D’Africa e i problemi alla schiena gli tagliano le gambe. Non è da Juve, ma questo Scudetto è anche suo.

PJACA 6 – Se si tralascia la gara di Oporto in Champions League, il primo anno in Italia del croato è fatto più di ombre che di lui. E nel momento migliore anche la sfortuna si accanisce contro di lui: l’infortunio gli taglia le gambe. Ma ha numeri importanti e lo dimostrerà.

CUADRADO 8.5 – Il suo impiego da titolare cambia il volto della stagione bianconera. E quella perla contro l’Inter rimarrà nella storia della Serie A. La stagione 2016-2017 lo ha fatto diventare un campione, ormai non ci sono più dubbi.

DYBALA 8.5 – Meraviglia per gli occhi: ogni volta che scende in campo lo spettacolo è autentico. Non servono tante parole per descrivere la sua grandezza. Peccato solo per un aspetto: 9 gol sono troppo pochi per uno come lui, per toccare i livelli di Messi e Ronaldo serviranno più magie. Ma la strada è quella giusta.

HIGUAIN 9 – I maligni dicono che è in crisi, che non è più quello di Napoli e che un ciccione. Lui, ironicamente, si mangia tutte le critiche a suon di gol. 24 per l’esattezza: se questo non vuol dire essere decisivi…

MANDZUKIC 8.5 – Se il 4-2-3-1 è diventato il marchio di fabbrica della Juve Allegri lo deve al sacrificio stoico del croato, incubo per ogni avversaria in Italia e in Europa. Giocatore fantastico, che non più in età giovane ha trovato la forza per fare un altro ruolo. E che spettacolo! Campione senza tempo.

KEAN 6.5 – Prima di Pellegri del Genoa, diventa il più giovane nella storia ad esordire in Serie A. Quella notte contro il Pescara allo Juventus Stadium se la ricorderà per sempre.

ALLEGRI 9.5 – Per la perfezione bisogna aspettare ancora qualche settimana, ma il sesto Scudetto consecutivo della Juve ha il suo marchio indelebile. Entra di diritto nella storia del calcio italiano come uno degli allenatori più importanti e ora tutto il mondo ci invidia Max, abilissimo gestore dello spogliatoio e stratega meraviglioso dal punto di vista tattico, che ha avuto la forza di cambiare. Dopo Firenze ha dimostrato di essere un vincente: il passaggio al 4-2-3-1 è il suo tocco magico, quello che ha cambiato l’annata bianconera.

Exit mobile version