2015

Ordine misto a creatività: Hakan Calhanoglu

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Focus sul giovane centrocampista del Leverkusen: un tiratore di punizioni come non se ne vedevano più in giro

La nazionale tedesca è il perfetto simbolo dell’integrazione turca in Germania. Ve ne avevamo già parlato proprio in questa sede, quando abbiamo preso in considerazione il profilo di Emre Çan: il calcio tedesco odierno è pervaso da una marea di talenti, e molti di questi hanno origini turche. Questo è anche il caso di Hakan Çalhanoglu, talento del Bayer Leverkusen che però rivendica orgogliosamente le sue radici. Sì, perché Çalhanoglu, malgrado sia nato l’8 febbraio del 1994 a Mannheim, in Germania, ha rifiutato la nazionale tedesca, scegliendo sin da subito la Turchia. Inizia a giocare a calcio nei pulcini del Waldhof Mannheim, squadra in cui trascorre gli anni che vanno dal 2001 al 2009. In seguito viene notato dal Karlsruhe, che lo inserisce nel proprio vivaio. Çalhanoglu ha tutto per essere un predestinato: riesce a compensare il fisico non certo imponente con un’ottima tecnica e una visione di gioco come pochi. Riesce ad uscire da situazioni difficili con giocate che tolgono il fiato, e gli assist che il talento di Mannheim è in grado di offrire sono una delizia per il palato dei calciofili più appassionati. Ma Çalhanoglu non può durare tanto in Zweite Liga, ovvero la serie cadetta della Bundesliga, dal momento che il suo talento sembra addirittura sprecato nel campionato minore. E così lo nota l’Amburgo, che lo preleva dal Karlsruhe per due milioni e mezzo di euro nell’estate del 2012, lasciandolo però in prestito per un’altra stagione.

GOL PESANTI – L’esperienza all’Amburgo forma molto Çalhanoglu. Nell’estate del 2013, ancor prima dell’inizio della Bundesliga, il Galatasaray aveva fatto un tentativo per l’elegante centrocampista, ma la fumata bianca non è mai arrivata. E forse è stato meglio così per l’Amburgo che, grazie agli 11 gol messi a segno dal turco-tedesco in campionato in 32 presenze, è riuscito ad evitare la retrocessione la scorsa stagione. Nel 2013 Çalhanoglu si è messo in evidenza per un’altra caratteristica che lo contraddistingue nel panorama calcistico europeo: i calci di punizione. Riesce a calciare la palla in diversi modi, con potenza bruta o con precisione chirurgica, ma in ogni caso il risultato è lo stesso: palla in rete. Come ha ammesso lui stesso, si allena insieme ad un altro discreto tiratore, ovvero Rafael van der Vaart, e la sua rete più bella della sua carriera –come ammesso da lui stesso- è stata finora quella siglata contro il Borussia Dortmund: punizione da 40 metri e palla sotto l’incrocio, imprendibile per Weidenfeller. Questo gol rende l’idea delle caratteristiche del giovane giocatore: Çalhanoglue è capace di giocare sia come esterno, destro o sinistro, e come centrocampista centrale, ma è sulla trequarti, alle spalle della punta, che riesce a dar sfogo a tutto il suo estro. Caratteristiche che lo rendono più unico che raro nel suo genere, al giorno d’oggi, e lo sa bene il Bayer Leverkusen, che il 4 luglio scorso ha acquistato il cartellino del turco-tedesco dall’Amburgo per una cifra vicina ai 14 milioni di euro. Per farvi capire, il profitto dell’Amburgo è stato di quasi 12 milioni di euro.

LA CONSACRAZIONE – Tornando a parlare di nazionale, Çalhanoglu ha scelto sin da subito, senza tentennamenti, la nazionale turca. Il talento ex Amburgo ha fatto tutta la trafila nelle nazionali giovanili, partendo dall’under 16 per arrivare nell’under 21. Fatih Terim lo ha fatto esordire in nazionale maggiore nella goleada di 5-0 contro l’Andorra, nel settembre 2013, all’età di 19 anni. Da quel momento, Çalhanoglu è sceso in campo con la Turchia altre cinque volte. Tornando a parlare del presente, il giovane giocatore sta facendo faville con il Bayer Lervekusen. Quattro gol segnati sinora in 17 presenze in campionato: tre, manco a dirlo, sono calci di punizione –incredibile quello contro lo Schalke 04- mentre l’ultimo è un siluro da fuori area che si infila sotto il sette. L’incredibile tecnica del giocatore del Leverkusen stimola l’associazione con Paul Pogba, malgrado il francese della Juventus abbia una diversa struttura fisica. C’è chi lo ha paragonato al primo Riccardo Montolivo, quello dei tempi dell’Atalanta, viste le capacità nel calciare il pallone. A centrocampo potrebbe ricordare Pirlo, per la velocità di esecuzione e la pensata geniale, ma sulla trequarti potrebbe benissimo essere un Ronaldinho un po’ più lento. Forse però il paragone giusto non esiste: Çalhanoglu ha appena iniziato ad incantare. Se continua col rendimento degli ultimi tre anni, il giocatore del Leverkusen entrerà di diritto nell’èlite del calcio mondiale.

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