2016

Operazione Fuorigioco, Lotito rischia poltrona FIGC | Ts

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Evasione e false fatture: il “meccanismo” nel mirino della GdF

Tutto è cominciato nell’ottobre del 2012, quando la Guardia di Finanza entrò nelle sedi del Napoli, della FilmAuro e della FIGC per acquisire documentazioni relative alle procedure di acquisto e cessione dei diritti sulle prestazioni sportive dei calciatori. Nel mirino il trasferimento di Ezequiel Lavezzi al Paris St Germain e di Cristian Chavez all’Almirante Brown, operazioni di cui si occuparono Alejandro Mazzoni e Alessandro Moggi nelle vesti di procuratori o forse di intermediari.

IL “MECCANISMO” – Ed è qui la linea sottile che separa i regolari dai furbetti, finiti nel mirino dell’Operazione Fuorigioco. La demarcazione tra il malinteso e l’attività fraudolenta sta nelle fatture dei procuratori, che venivano pagati per la loro opera di intermediazione non per la tutela degli interessi dei giocatori. Ciò permetteva ai club di beneficiare di detrazioni fiscali: il calciatore non dichiara le prestazioni accessorie che la società gli avrebbe dovuto riconoscere, ma il club si accolla la spesa dell’intermediazione, omettendo il pagamento delle ritenute fiscali e previdenziali sul maggior reddito ascrivibile al giocatore.

POLTRONA FIGC – Nel mirino è finito anche Claudio Lotito per le cessioni di Sculli al Genoa e Foggia alla Sampdoria: da due anni il patron della Lazio dichiara di voler liberare il calcio dai procuratori, ma poi fa di tutto per eliminare dall’ultima legge di stabilità il contributo del 15% a carico delle società sulle somme pagate agli agenti. Lotito, tra l’altro, si è servito di Alessandro Moggi. Ora Lotito, invischiato già nell’affaire Zarate-Cruz, rischia, secondo Tuttosport, una nuova inibizione e, quindi, di perdere la carica di consigliere federale.

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