2017
Olympique Lione, l’avversario della Roma devastante negli spazi
Ottavi di Europa League, urna di Nyon ancora una volta poco benevola con la Roma: Olympique Lione in dote agli uomini di Spalletti
Olympique Lione – Roma, ecco l’esito del sorteggio di Nyon in vista degli ottavi di finale di Europa League: la gara d’andata si disputerà al Parc Olympique di Lione – un gioiellino fresco di nascita, a proposito di nuovi impianti e strutture – in data 9 marzo, mentre il ritorno è destinato una settimana dopo allo scenario dell’Olimpico di Roma. Prima di addentrarci nell’analisi inerente all’avversario dei giallorossi, va premesso come l’urna di Nyon non sia stata affatto amica della banda Spalletti: considerato il livello dell’attuale competizione, almeno dieci delle quindici potenziali contendenti della Roma risultavano essere di caratura inferiore al club guidato da Bruno Genesio.
IL PRECEDENTE DI LUSSO – Innanzitutto il precedente che ogni amante della Roma non può aver dimenticato: resta nella memoria del popolo giallorosso la doppia sfida giocata nell’edizione della Champions League 2006-07, quando i capitolini – dopo aver pareggiato 0-0 all’Olimpico – si imposero a Lione con un indimenticabile 0-2 targato Totti e Mancini. Era la prima Roma di Spalletti, l’epopea 1.0 del tecnico toscano: l’invenzione di Totti da falso nueve, le sovrapposizioni continue degli esterni difensivi, la mobilità dei trequartisti alle spalle del (presunto) riferimento offensivo, il dinamismo di una squadra sempre in movimento, in altre parole un’idea di calcio che affascinò l’intera platea degli addetti ai lavori, unanimi nel riconoscere la ventata di freschezza portata da quella squadra in quel preciso momento storico. Andò male nel prosieguo della competizione, ma i sette schiaffi di Manchester non portarono via quanto di innovativo mostrato nel periodo di riferimento: dieci anni dopo la rivincita in Europa League. Tutta da vivere.
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IL PERCORSO DEL LIONE – La squadra di Genesio rientra tra le otto retrocesse dalla Champions League: classificatasi terza nel girone eliminatorio della massima competizione internazionale per club, peraltro nel raggruppamento presenziato dalla Juventus di Allegri. La doppia sfida con i bianconeri la racconta lunga sulle potenzialità di questa squadra: all’andata il Lione di fatto dominò la contesa, giocata in buona parte in superiorità numerica per via dell’espulsione comminata a Lemina. Il rigore mancato da Lacazette – e nel complesso la super prestazione di Gianluigi Buffon, provvidenziale poi su Fekir e Tolisso – fu la classica chance di non ritorno: puntuale il castigo finale ad opera di Cuadrado. Lione convincente anche nella sfida di ritorno sul piano dell’atteggiamento: il pareggio dello Juventus Stadium firmato Tolisso (il francese rispose alla rete del vantaggio siglata da Higuain) confermò la piena competitività dei francesi, che hanno letteralmente buttato all’aria la qualificazione nella sfida finale del raggruppamento, quella casalinga con il Siviglia, dove serviva vincere ma arrivò un deludente 0-0. Da lì la retrocessione in Europa League e la vita facile nei sedicesimi di finale: il complessivo 11-2 rifilato all’Az Alkmaar non merita ulteriori approfondimenti.
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L’ORGANICO: PUNTI FORTI E DEBOLI – La premessa: l’organico del Lione, a dispetto del modesto quarto posto attualmente occupato in Ligue 1, risulta essere piuttosto completo ed adeguato. Ma partiamo dalle precarietà riscontrate dall’analisi: tra le prime dieci realtà del campionato francese, soltanto il Guingamp subisce più del Lione. La traiettoria crescente di Nikolas N’Koulou, pezzo pregiato di calciomercato fino a qualche sessione addietro, sembra essersi arrestata. Yanga Mbiwa, ex giallorosso, lo conosciamo nei suoi pregi e difetti, Mammana è un giovane di bellissime speranze ma ancora da rodare, sugli esterni le difficoltà più evidenti. Profili tutti di grande spinta, ma assai discutibili in chiave di contenimento. Dalla mediana in su il Lione è una grande squadra e presenta potenzialità ancora inespresse: le mura sono fondate sul tandem Gonalons-Tolisso, il primo specializzato nella gestione dei tempi, il secondo – ne parleremo – impiegato da tuttofare. Darder e Ferri si alternano nel ruolo di terzo centrocampista, quel che probabilmente mancava – considerando le discontinuità di Valbuena – era una pedina in grado di raccordare il reparto all’attacco: l’acquisto di Depay è in tal senso provvidenziale, ma i 59 minuti già disputati all’interno della competizione con la maglia del Manchester United inchiodano il folletto olandese e tolgono una preoccupazione ulteriore a Luciano Spalletti. Che avrà invece lavoro da sbrigare per contenere un attacco già assolutamente prolifico ma altrettanto inespresso rispetto alle straripanti potenzialità: con 49 reti l’Olympique Lione ha all’attivo una rete in meno (ma anche una gara da recuperare) rispetto al Psg, inarrivabile in tal senso la macchina da gol orchestrata da Jardim al Monaco. Lacazette è un attaccante di enorme valore, a rendere il tutto più piccante è la traiettoria di Nabil Fekir: la drammatica rottura del legamento crociato ha condizionato l’esplosione di uno dei talenti più in vista del calcio francese, ma il suo estro è fuori discussione. Se mette da parte la sregolatezza e canalizza il tutto verso giocate più semplici, sono dolori (stavolta per gli avversari). Gli esterni Cornet e Ghezzal sono chiamati al salto di qualità: ad ogni modo Genesio ha gli strumenti adatti per far male ad una squadra che eventualmente concede terreno nell’aggressione degli spazi, sia laterali che centrali.
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LA STELLA: CORENTIN TOLISSO – Ad un passo dal Napoli nella recente sessione estiva di calciomercato, quando sembravano mancare soltanto gli annunci per ratificare il passaggio del jolly francese alla corte di Sarri: un affare da trenta milioni di euro, svanito al momento dello scambio dei documenti per via del dietrofront del calciatore. Tra Napoli ed Olympique Lione del resto non è destino: due anni prima trovò lo stesso esito la trattativa fiume che avrebbe dovuto portare Maxime Gonalons all’ombra del Vesuvio. Sul classe ’94 Corentin Tolisso è poi sopravvenuto anche l’interesse della Juventus, alla ricerca di un centrocampista a tutto campo dopo l’insanabile addio di Paul Pogba: se ne riparlerà a giugno. Ma chi è Tolisso? Un centrocampista tuttofare: ha polmoni e forza fisica per incidere in fase di contenimento, seppur debba perfezionarsi nell’interpretazione del compito. Alle volte pare spendere troppo in relazione alla resa: dovrà in futuro gestire con maggiore efficacia le forze. E’ già letteralmente devastante però a campo aperto: si inserisce negli spazi come pochi altri interpreti del panorama internazionale, le sue 10 reti stagionali non mentono. Completano il repertorio l’assoluta padronanza dei fondamentali e – probabilmente l’aspetto che più lo contraddistingue ed allo stesso tempo lo eleva – la poliedricità: all’occorrenza può essere impiegato da terzino destro o perché no da esterno offensivo, una versatilità che a 22 anni lo rende inevitabilmente uno dei centrocampisti più appetiti dalle squadre top nel panorama europeo. Le soluzioni che troverà Spalletti nel limitarne il raggio d’azione diventeranno inevitabilmente la principale chiave di lettura della doppia sfida: ancor di più nella gara di ritorno, lì dove la Roma – magari con la qualificazione tutta da acquisire – potrebbe essere propensa a concedere qualcosa in termini di spazi ed occupazione territoriale. Terreno in cui Tolisso raramente perdona. Sarà una supersfida: chi passa il turno si candida con forza alla conquista del titolo. Roma ed Olympique Lione, a voi la scena.