2015

Okaka: «Sampdoria? Gestita da qualche incompetente»

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Continua: «La proposta è in Anderlecht è arrivata nel momento giusto»

Uno dei calciatori ad aver dato l’addio alla Sampdoria in estate è Stefano Okaka, passato all’Anderlecht. Intervistato da Sport/Foot Magazine, come riportato da Sampnews24.com, l’attaccante ha spiegato i motivi dell’addio: «Perché ho cambiato squadra? È quello che succede quando si è a conoscenza dei problemi di una società gestita da alcune persone incompetenti, che non sanno nulla di calcio. A gennaio del 2013 arrivai alla Samp dal Parma. Il direttore sportivo non mi voleva, arrivai in blucerchiato grazie all’allenatore, Sinisa Mihajlovic. Il ds si è sempre giustificato dicendo che aveva letto alcune cose negative su di me su Facebook. Sì Su Facebook!».

MAI RICEVUTO REGALI «Lavorai molto, nessuno mi ha mai fatto dei regali. Ad aprile – racconta Okaka -venni convocato nell’ufficio del Presidente assieme a un altro giocatore: al mio compagno dissero che erano soddisfatti e che avrebbe ricevuto un contratto migliore. A me dissero che erano felici di me, ma che il mio contratto sarebbe stato rivisto verso il basso. Non mi sono dato per vinto, ho messo il doppio d’impegno e come ricompensa ho ottenuto la convocazione in Nazionale. Il presidente Ferrero si congratulò con me. Mi promise anche che avrei potuto ricevere un nuovo contratto ma senza adeguamento dell’ingaggio».

ANDERLECHT AL MOMENTO GIUSTO«Per me fu troppo, se la Samp mi avesse offerto solo un po’ più di quello che guadagnavo avrei firmato gli occhi chiusi perché mi sentivo molto bene, ma purtroppo mancava il rispetto. Non chiesi niente, ma la situazione non è migliorata, altri invece giocavano bene e iniziavano a guadagnare mezzo milione di euro a stagione. Mi hanno minacciato: “Se non firmi, ti demoliremo a mezzo stampa e faremo in modo che non giocherai più a calcio. La tua carriera è finita”. Quindi io non ho giocato e il club ha detto ai giornalisti che ero troppo avido. Ho dovuto lasciare, ma non avevo fatto niente di male al presidente,  anzi: non ho mai fatto richieste spropositate, ho sempre pensato al bene del club. La proposta è in Anderlecht è arrivata nel momento giusto, mi ha permesso di poter ripartire in un club rinomato all’estero. Non ho chiesto circa il livello del campionato. Quello che mi interessava era di avere un’altra chance in un grande club».

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