Editoriale

Obbligo vaccinale e calciatori: è il momento di scelte forti

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La folle crescita dei contagi riporta al centro del dibattito l’obbligo vaccinale anche per i calciatori professionisti

Avremmo tutti auspicato una prospettiva di 2022 decisamente più rosea e invece le ultime settimane hanno riproposto con forza il pericolo covid: e l’obbligo vaccinale anche per i calciatori torna argomento di strettissima attualità.

Lo scatto violento dei contagi causato dalla variante Omicron sta imperversando ormai anche in Italia e il gioco più bello del mondo non può esserne esente. Nei fatti e soprattutto nei ragionamenti.

La Serie B ha tempestivamente rinviato le due giornate in programma tra Natale e Capodanno, mentre la Premier League si è “accontentata” di cancellare partite su partite ad hoc ma ha preferito mantenere il programma originario che ancora prevede festività particolarmente intense.

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Inizia a porsi qualche interrogativo in più, invece, la Serie A che sin qui ha visto incidere solamente il focolaio in casa Salernitana, mai decollata alla volta di Udine. Nel frattempo, però, i singoli casi si sono moltiplicati con Immobile, Insigne, Fabian Ruiz e Verdi ad aggiungersi alla lista dei positivi. E altri, con ogni probabilità, ne scopriremo a stretto giro di posta.

Da mesi si discute sulla possibilità di vaccinare obbligatoriamente i calciatori e da più parti, virologi piuttosto che addetti ai lavori, l’ipotesi è seriamente caldeggiata. Lo stesso Presidente Federale Gravina non aveva escluso l’idea ma alla premiazione dei Globe Soccer Awards ha virato sul concetto di super green pass.

In un modo o nell’altro, però pare sempre più evidente che una soluzione a lungo termine vada ricercata. Se l’azzeramento del rischio è scientificamente impossibile, la riduzione di esso passa da soluzioni forti. Nella vita quotidiana di tutti noi così come in quella patinata dei calciatori, costretti a spostamenti frequenti e potenzialmente pericolosi. Con buona pace dei no-vax.

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