2013

Nuovi giorni, nuova giustizia

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597 giorni e 19 mesi. Altro che Estate caldissima, come si scriveva quell’1 Giugno 2011 sul calcioscommesse, il fenomeno che fa emergere quanto di marcio ci sia nel calcio nostrano ha passato ben 8 stagioni. Compreso il freddo polare dell’Inverno, rimanendo sempre come un argomento caldo. Un qualcosa di cui talvolta è meglio non parlare, girare lo sguardo e ripensare al calcio giocato come se non ci fosse un telecomando che guida tutto e decide i risultati. No, non c’è. Dico davvero. Nuovi giorni, vecchi scandali.

Il Milan aveva appena vinto lo scudetto con Allegri, la Juventus era settima in campionato e l’Inter era guidata da Leonardo e la sua “empatia”. Il Napoli era esploso da poco ed era arrivato ai vertici grazie alla cura Mazzarri. Dopo due anni è cambiato quasi tutto. La Juventus è campione d’Italia in carica e se la gioca in Champions League, il Milan è settimo e l’Inter resta nel mezzo con Andrea Stramaccioni e la sua giovinezza. La costante di questi lunghi giorni è stata il calcioscommesse. Sempre e ovunque. Nuovi giorni, vecchi metodi.

Un caso difficile da spiegare, arduo da comprendere per la complessità e le relazioni fitte tra i colpevoli, o presunti tali. Tanti i collegamenti, troppe le persone coinvolte e poi assolte. Che la giustizia sportiva sia da rifondare è noto a più o meno tutti (non ad Abete) da diverso tempo, ma mai nessuno se ne cura se la cosa non riguarda personalmente la squadra d’interesse. E’ toccato prima a tutte le squadre coinvolte per responsabilità oggettiva, deferite e poi sanzionate con dei punti di penalità già per il campionato 2010-2011 (Atalanta, Ascoli, Spezia e non solo). E’ il primo processo, quello nel quale iniziano le prime dichiarazioni dei pentiti. Ma camminando in questo campo tra una mina pronta ad esplodere e i tanti, troppi, cadaveri lasciati lì a marcire con addosso le magliette di squadre di Lega Pro ci imbattiamo nel caso-Conte. Quando Carobbio inguaia Conte l’Italia pallonara si divide. E’ innocente o è colpevole? Colpevole per omessa denuncia, e squalificato. Così decide la procura federale e nessun ricorso è valido per far cambiare idea ai giudici. La Juve si stringe attorno al proprio mister, consapevole della linea sottilissima che c’è tra omessa denuncia ed essere a conoscenza per sentito dire di un fenomeno così ampio e così nascosto come il calcioscommesse. I tifosi juventini vogliono la riforma della Giustizia federale, Palazzi rischia la testa:  da Dottor Jekill accetta il patteggiamento per Conte, da mister Heyde (quando la corte rifiuta il patteggiamento) chiede il triplo della pena. Conte viene accusato da Carobbio, è il paradosso kafkiano dei pentiti che se collaborano ricevono uno sconto della pena. Gli altri no. E nel frattempo viene arrestato Gegic, uno degli zingari, che ammette che qualcuno gli aveva proposto dei soldi per tirare dentro il tecnico juventino. Nuovi giorni, vecchi rancori.

Poi l’ultimo caso lampante: il Napoli. Giannello accusato per tentato illecito. Ha ammesso lui stesso di aver provato a combinare Napoli – Sampdoria. Cannavaro e Grava, come Conte, accusati di omessa denuncia. Il Napoli, come la Juve qualche mese prima, va fino in fondo. De Laurentiis si presenta in prima persona in tribunale: non ci sta, i due punti di penalizzazione per il Napoli sono un’ingiustizia. Combatte fino alla fine. Giannello è reo confesso, ammette lui stesso che voleva falsare quella partita. E’ un calciatore ai margini della rosa, ammette Palazzi che per questo aveva chiesto un solo punto di penalizzazione. Ma il ricorso del Napoli viene accolto. Festa grande tra i partenopei, De Laurentiis esulta come se avesse fatto gol. Forse l’ha fatto, scendendo in campo, per usare un espressione comune in questi giorni. Alla fine è giusto così. Senza entrare nei termini strettamente tecnici della vicenda. E’ giusto che una squadra non paghi per un calciatore ai margini della rosa che prova a combinare una partita. Sarebbe l’ora di rivedere il principio di responsabilità oggettiva. Però spiegatelo a Conte, colpevole per omessa denuncia mentre Cannavaro e Grava (a ragione) vengono assolti anche se accusati da un pentito. Spiegatelo soprattutto a Siena e Sampdoria, condannate per responsabilità oggettiva. Oggi però è soltanto festa. Il Napoli è stato assolto, il campionato torna regolare. Nuovi giorni, nuovi pesi e nuove misure. E nuova giustizia. Forse è meglio così.

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