2014
Noel Gallagher
Il “portafortuna” di Del Piero
Chi ha visto il video di Lord, don’t slow me down degli Oasis ha certamente notato un frame in cui Alessandro Del Piero dona la propria maglietta ai fratelli Gallagher. Tra Alex Del Piero, uno dei più grandi fantasisti al mondo della storia recente, campione vero dentro e fuori dal campo, appassionato di musica, e i Gallagher, che con gli Oasis hanno rivoluzionato il rock britannico degli anni Novanta, appassionatissimi di calcio, intercorre infatti un’amicizia che dura da diversi anni.
Vi è una storia, raccontata in diverse occasioni sia da Del Piero che da Noel Gallagher, che riguarda le due gare più importanti della carriera calcistica dell’ex juventino che lo lega indissolubilmente al musicista inglese.
Del Piero è un fan di lunga data degli Oasis. Durante i primi anni di carriera non perdeva mai il concerto di una delle sue band preferite quando il tour passava da Torino. Gli Oasis, questo è noto, amano il calcio e, in particolare, quello italiano. Tramite un comune amico riescono a conoscersi e tra loro nasce un’amicizia che li porta a presenziare con frequenza ai rispettivi concerti e partite.
Nel 2006, poco prima della semifinale mondiale tra Italia e Germania, storica rivale anche dell’Inghilterra, Alex riceve una telefonata. Dall’altra parte c’è Noel che gli dice senza troppi giri di parole: “Ciao Alex, sto scendendo, trovami un biglietto per la partita!”. Mancano poche ore ad uno dei match più importanti della vita di Alessandro Del Piero, chissà quali sono i pensieri che passano per la sua testa, a lui che hanno sempre fatto pesare il fatto di non incidere in Nazionale come di solito fa con la sua squadra di club. Ma a un amico non si può dire di no, specie se questo amico è Noel Gallagher. Del Piero si sbatte e recupera un biglietto per Noel, che sistema nel settore riservato agli italiani a fianco della moglie di Alex e degli amici di una vita. In quella partita l’Italia conduce una partita epica e Del Piero, che entrerà soltanto nei supplementari, sigla un gol altrettanto epico. In quel gol, e soprattutto nell’esultanza che lo segue, Alex sprigiona tutta la sua rabbia, l’orgoglio, forse il senso di riscatto e di liberazione per aver raggiunto finalmente un obiettivo che cercava da anni, quello di diventare decisivo per la sua Nazionale, siglando il gol che la porterà alla finale dei Mondiali, facendo gridare a Caressa e Bergomi: “Chiudete le valigie, si va a Berlino!”. Le telecamere non hanno immortalato il gesto atletico di Del Piero durante quell’azione, sembra quasi che Alex venga fuori dal nulla, all’improvviso con l’assist di Gilardino, ma se si guarda bene si vede che, durante il doppio, monumentale, intervento difensivo di Cannavaro che dà vita al contropiede decisivo, Del Piero si trovava nella propria area di rigore! Nel tempo in cui quel pallone viene velocemente passato da Cannavaro a Totti a Gilardino, Alex si fa tutto il campo di corsa, alla stessa velocità, con scatto da velocista. L’istinto del goleador lo vedi da questi dettagli, Alex rincorre con ferocia una palla per 100 metri perché sa che quella è la sua palla, la palla della sua vita e alla fine, quando la raggiunge, la scaglia con violenza sotto il sette, dietro le spalle di un incolpevole Lehmann. A quel punto Alex continua a correre, va dietro la porta, verso il settore ospiti dove con lo sguardo cerca e trova la moglie, gli amici, Noel, mentre tutto il resto dello stadio, gremito di 75000 tedeschi, piange per lo sconforto.
Dopo la partita, gli stessi che si erano imbufaliti con Del Piero per quella richiesta dell’ultimo minuto di trovare un biglietto per la seconda partita più importante al mondo, furono gli stessi a dirgli subito che il biglietto per il suo amico, per la finale, era già pronto, di passare a ritirarlo alla cassa. Del Piero, con la scaramanzia di un italiano doc, si assicurò che Noel presenziasse alla finale con lo stesso look sfoggiato nella precedente occasione. Purtroppo non abbiamo immagini dell’abbigliamento di Noel quella sera, ma conoscendo il suo animo mod, non facciamo fatica ad immaginarci camicie con fantasie strane o polo dal collo scozzese, considerata la stagione.
Il resto è storia. Tutti sappiamo come finì con la Francia. Ma forse, più della vittoria, vale la bellezza di un’amicizia vera tra un mito del calcio e un mito della musica.