2016
No Sassuolo, perché anche Sansone?
Seconda cessione illustre del club emiliano: il caso Sansone del Sassuolo
Forse chi vi scrive si era illuso ed aveva ipotizzato che si trattasse di qualcosa in più: il progetto Sassuolo è di quelli talmente affascinanti che non soltanto li studi ma ti ci affezioni, ti entusiasmi per un club che soltanto tre estati fa era in Serie B senza aver mai militato nel calcio dei grandi. Con la forza della programmazione, in appena tre stagioni, ha messo piede in Europa e lo ha fatto con un merito che va oltre qualsiasi narrazione logica.
ADDIO VRSALJKO – Soltanto cinque giorni fa, pur dopo aver poco elegantemente fatto i conti in tasca alla brillante dirigenza nero verde, da queste parti si scriveva sul mancato reinvestimento di tutti i fondi derivanti dalla cessione di Sime Vrsaljko all’Atletico Madrid: una mossa poco lungimirante per un club che, prossimo a disputare i due turni preliminari di Europa League, in nome della sua essenza avrebbe dovuto far di tutto per lasciarsi trovare preparato. Ed in effetti a Lucerna – nel primo di questi due spareggi – il Sassuolo fu tutt’altro che brillante, salvato dalla ruota della fortuna dei calci di rigore: segnato dal trascinatore Berardi, fallito da Neumayr. Paradossalmente proprio la buona vena del (non) sostituto di Vrsaljko, Marcello Gazzola, permise agli uomini di Eusebio Di Francesco di trovare il pareggio. Una formalità la sfida di ritorno.
ED ORA? – Oggi che la vicenda si complica, con l’ultimo scoglio che sarà rappresentato dalla Stella Rossa di Belgrado (avversario senz’altro alla portata del Sassuolo ma ovviamente più quotato del mediocre Lucerna), arriva come un fulmine a ciel sereno l’ufficialità della cessione di Nicola Sansone al Villarreal. Per una cifra che dovrebbe superare i 13 milioni di euro. Buona operazione sotto il profilo economico, ma il Sassuolo si priva di un altro – il secondo di questa sessione di calciomercato – dei suoi pezzi pregiati. Nicola Sansone rientra a pieno titolo tra i calciatori più sottovalutati del panorama italiano: classe ’91, è migliorato stagione dopo stagione fino a divenire un titolare inamovibile della sua squadra. Ha corsa e rapidità, apprezzato dai suoi allenatori per l’equilibrio tattico che riesce a garantire in un impianto che si serve del tridente: grazie a lui ed al suo lavoro mister Di Francesco ha potuto schierare contemporaneamente anche Berardi e Zaza (poi Defrel) senza che la squadra risultasse scoperta.
SASSUOLO, COSA FARE DA GRANDI? – Con numeri peraltro in crescita: da 5 a 7 reti, oltre al solito buon apporto in termini di assist, dovesse completarsi come un esterno da 10 reti a campionato il piatto sarebbe inevitabilmente servito. Il capitolo Sassuolo a questo punto resta aperto ed aggiunge punti interrogativi che in buona parte erano difficilmente pronosticabili: due cessioni illustri, cosa si desidera diventare da grandi? Un club che vende i suoi pezzi migliori o che si limita a cederne magari uno ogni estate ed al contempo procedere sul sentiero dell’implementazione e valorizzazione dell’organico? Per il primo anno d’Europa, il clamoroso primo anno internazionale, sarebbe stato giusto resistere: ceduto Vrsaljko, tra i migliori esterni bassi su piazza, l’ulteriore partenza di Sansone indebolisce il Sassuolo e ne ridisegna i tratti. Servirà mettere le mani su un sostituto di pari valore per non ridimensionarsi: attende anche il movimento calcistico italiano, che ha bisogno di tutti i suoi club nelle competizioni europee per riguadagnare il terreno perduto.
Sansone Sassuolo Highlights [VIDEO]
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