2009

No, Leo all’Inter, no, tu no…

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Nonostante le secche smentite di Moratti, che ha confermato la fiducia a Rafa Benitez, continuano ad aumentare le voci che vogliono il patron nerazzurro alla ricerca di un nuovo tecnico per l’Inter.

Ed una voce interessa anche noi milanisti, e tanto: perchè secondo alcuni organi di informazione Moratti avrebbe incontrato Leonardo a pranzo per discutere di un possibile impegno nel club nerazzurro. Si, proprio lui, il nostro Leo, 97 presenze e 22 gol in campionato nel Milan da giocatore, con cui abbiamo vinto lo scudetto del ’99, grazie anche alle sue 12 reti. Si, il nostro Leonardo, l’uomo che da dirigente ci ha regalato Riky Kakà , Pato e Thiago Silva, tre dei fenomeni del Milan dell’era moderna. Si, esatto, proprio quel Leonardo, che da allenatore ha preso in mano il Milan di Ancelotti, orfano di Maldini e Kakà  ed è riuscito a farci innamorare della sua creatura, anche se non ha vinto niente, anche se ha preso 12 punti di distacco dall’Inter.

Perchè Leo non aveva in mano nè il Milan pluricampione di Ancelotti, nè il Milan dai nomi ridondanti di Allegri, ma nell’anno in cui tra noi tifosi ad agosto aleggiava la disperazione e il senso di impotenza davanti all’Inter di Mourinho, e persino alla Juve promettente di Ferrara, ha saputo farci sognare.

E lo ha fatto regalandoci fino all’infortunio di Pato il gioco più spettacolare dello scorso campionato, inventandosi quel suo 4-2-fantasia, così folle e spregiudicato e semplicemente stupendo, mostrando che si poteva giocare bene anche senza Kakà , si poteva battere il Real Madrid al Barnabèu con Abate e Dida, che si poteva sognare anche senza acquisti, vincere anche senza Paolo, amare il Milan anche senza titoli.

Ed è per questo che ti amiamo, perchè silenziosamente con i tuoi modi eleganti e quel sorriso vero stampato in faccia sei andato contro tutti, hai sfidato chi ti dava dell’aziendalista, andando contro le indicazioni di Berlusconi, hai sfidato lo stesso Berlusconi, il capo supremo, hai sfidato il modo di fare dei tanti vari imitatori di Mourinho che si divertivano a fare la voce grossa, con la tua filosofia del calcio Ã?«abbracci e amoreÃ?», hai sfidato chi ti diceva che non sei un allenatore, inventando un Milan che attaccava con 8 uomini, definito proprio dal maestro degli allenatore Arrigo Sacchi Ã?«un capolavoro, calcio totaleÃ?». E soprattutto hai provato a sfidare il destino che ci vedeva irrimediabilmente sconfitti, e anche se non ci sei riuscito, il modo splendido in cui ci hai provato ci hai fatto innamorare lo stesso.

Perciò Leo, gli altri sì, ma no, tu no, perchè noi ti amiamo ancora, e continueremo a farlo per sempre…

“Solamente tu dimenticarti è difficile, eri un pò di più, mi piaceva come amavi tu, solo tu, solo tu…”

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