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Nino Vialli: «Mio fratello Gianluca, già da bambino era superiore alla media»

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Le parole di Nino Vialli, fratello di Gianluca, ad un anno dalla scomparsa del campione: «É un ricordo continuo»

Questi sono giorni di un dolore che si rinnova, nel ricordo di Gianluca Vialli, scomparso un anno fa, il 5 gennaio del 2023. Oggi sul Corriere della Sera ne parla Nino, uno dei quattro fratelli del calciatore.

UN ANNO DALLA MORTE DI GIANLUCA – «É un ricordo continuo. Anche perché io, negli ultimi anni, da che mi sono trasferito in Thailandia, Luca l’ho vissuto pochissimo. Ci sentivamo per telefono. Spesso, dopo che ha scoperto la malattia, non mi rispondeva, a volte neanche ai messaggi, io credo per l’imbarazzo che gli chiedessi “Come stai?”. Si faceva sentire quando stava proprio bene, sennò si negava un pochino».

COM’ERA DA BAMBINO – «Superiore alla media. Ci teneva a primeggiare. Era il primo della classe. Era spiritoso, simpatico, estroverso, faceva le gag».

CON LA NAZIONALE DI MANCINI – «Me lo ha detto subito, a trattativa in corso. Forse lì mi ha chiesto un parere, si è confidato, aspettando che io gli dicessi qualcosa. Gli dissi che gli faceva bene stare nel giro. Lui non voleva fare l’allenatore per non rubare tempo alla famiglia. Era un ruolo che gli si confaceva, gli impegni della Nazionale sono diradati nel tempo e poi non era in prima linea. Si poneva il problema di non scavalcare Mancini, ma Mancini non si vergognava di chiedergli consigli. Anche perché quando erano alla Sapo, Luca era il capopopolo».

LE FONDAZIONI CHE HA CREATO – «Era rimasto molto colpito dal fatto che calciatori avessero avuto la Sla. Ci ha informato a cose fatte. E poi ha cominciato a coinvolgere Cremona con le gare di golf»

NADAL – «Non ha mai giocato a tennis da ragazzo, se non saltuariamente, però giocava bene. Lui copiava. Così gioca Nadal? Dopo ti sembrava di vedere Nadal».

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