2013
Nicolae Dica, il pupillo di Zenga
Nicolae Dica. È lui la meteora della settimana, arrivato a Catania con un importante trascorso in patria, e con il benestare di Walter Zenga, il rumeno sarà ricordato come un grandissimo fallimento della dirigenza etnea.
La carriera sportiva inizia nella sua città, Pitesti, prima con il Dacia e poi con l’Arges. Qui diventa subito trascinatore e capitano attirando l’attenzione di un grande club nazionale, la Steaua Bucarest. Nel 2004 arriva il passaggio nella capitale, Nicolae lascia la regione della Muntenia per trasferirsi sulle rive del fiume Dambovita. A Bucarest diventa una vera stella, in campo spazia su tutto il fronte d’attacco: prima punta, seconda punta, trequartista. Il ruolo non fa differenza, lui in campo si; dimostrando di essere uno dei giocatori più talentuosi visti in Romania negli ultimi anni.
La Steaua se lo tiene stretto per quattro anni, vince due volte il campionato, gioca in Champions League (quarto miglior marcatore nel 2006/2007 alla pari con Totti, Inzaghi e Pizarro) e conquista la maglia della nazionale. A ventotto anni, dopo 125 presenze e 54 reti, decide di provare l’avventura estera. Il Catania, allenato da Walter Zenga, suo ex allenatore alla Steaua, gli propone un quadriennale e la possibilità di misurarsi con la Serie A. In Sicilia, l’acquisto di Dica, è subito visto come un grande colpo del presidente Pulvirenti e del direttore Lo Monaco. Il neo arrivato ha le idee chiare: vuole fare meglio dei connazionali Chivu e Mutu, tutto questo con l’aiuto del suo mentore Zenga.
Il rapporto d’amore con il tecnico milanese inizia a compromettersi subito dopo l’inizio del campionato. Dopo l’esordio in casa contro il Genoa, Nicolae vede il campo quasi sempre dalla tribuna. L’unico bagliore della sua avventura rossoazzurra s’intravede in Coppa Italia, nella sfida contro il Padova, partita vinta dagli etnei per 4-0 con un gol e un assist di “RonalDica”, improbabile soprannome arrivato dalla Romania. A fine stagione si contano solo tre presenze, perde il posto in nazionale e per concludere al meglio la sua parentesi italiana si concede il lusso di litigare furiosamente con Zenga. Inevitabile la cessione, nelle annate successive va in prestito un po’ dappertutto: prima in Grecia, all’Iraklis; torna in patria al Cfr Cluj e prova a riscattarsi in Turchia al Manisaspor. Tutti tentativi falliti. Una chance arriva nuovamente dalla Steaua Bucarest e Nicolae, dopo anni bui, ricambia aiutando la squadra a vincere la Coppa di Romania.
Altro anno, altro prestito, questa volta al Mioveni, società nata dalle ceneri del Dacia Pitesti. Il club, complice l’ultimo posto in classifica e la pessima situazione finanziaria, a gennaio decide di svincolare i giocatori con lo stipendio più alto. Tra questi c’è anche Dica che si ritrova senza squadra. Nello stesso mese riceve una chiamata da Gheorge Hagi, indimenticabile gloria rumena, oggi presidente del Viitorul Costanza. Impossibile non accettare, mezza stagione in Liga II, vittoria del campionato e promozione nella massima serie nazionale. Attualmente l’avventura con Hagi prosegue positivamente, fa da chioccia ai più giovani e guida da capitano la squadra alla salvezza. E Zenga?. Solo un lontano ricordo.