2014
Nicola: «Bari? Ho capito subito quanta passione c’è»
L’allenatore dei biancorossi commenta la prima vittoria in Serie B
Ai microfoni della Gazzetta dello Sport, Davide Nicola, neo-tecnico del Bari, ha rilasciato queste dichiarazioni inerenti all’ambientamento e al primo impatto con la piazza pugliese: «Spero di sì, intanto studio la storia e le tradizioni della città. E le abitudini: per esempio ho scoperto che se tu ti presenti dicendo Piacere, Nicola, la gente ti risponde così: Questa è la mano e questa la ciola (termine volgare e arcaico che indica l’organo riproduttivo maschile, ndr). E così ho cambiato e dico: Piacere, Davide. Poi mi piace l’idea che i baresi hanno del traffico: veloce, dinamica. Nessuno si lamenta. Ho capito quanta passione c’è quando il primo giorno sono stato trascinato dall’aeroporto all’albergo Ci assomigliamo, do sono un piemontese atipico».
LUTTO – Davide Nicola riparte in panchina da Bari. Ma come si fa a ripartire dopo la tragedia accadutagli lo scorso anno? Nicola spiega: «Alessandro è ancora parte integrante della famiglia, la percezione è forte. Mio figlio era un appassionato di calcio, gli avrebbe fatto piacere questa scelta. L’ho sentito vicino all’esordio. Ora vivo la mia professione con più distacco, ho capito che i problemi della vita sono altri, che nel calcio tutto è risolvibile».
LA REGOLA DELLE TRE T – Infine: «Galano? Ha un’intelligenza veloce, sente gli avversari. E’ il valore aggiunto che un tecnico deve sfruttare al meglio. Ho lavorato tre mesi con la squadra del mio paese: la forza dei giovani è che danno tutto senza chiedersi se è giusto o sbagliato. Non sentirsi traghettatore? Per me il tempo non conta. Il progetto di due anni serve perché io possa guardare negli occhi i giocatori, valorizzare i pregi e dimenticare i difetti. Per i quali vale la regola delle tre T: sono tanti, sono troppi, sono di tutti. Bologna? Un conto è vincere un campionato perché lo dicono gli altri, un conto è farlo. Noi ci proviamo».