2014
Nesta: «Non c’è più il Milan di una volta»
L’ex difensore rossonero attacca: «Prima c’erano giocatori che giocavano bene sempre»
Dall’India ed in particolare da Chennai ha parlato Alessandro Nesta, che era fermo da due anni a Miami e poi è stato chiamato da Marco Materazzi, il quale lo ha convinto a provare un’esperienza nuova: «Ieri ho giocato contro Del Piero che ha pure segnato su punizione: finita 2-2. Ma noi restiamo primi…», ha dichiarato il difensore a La Gazzetta dello Sport, rivelando di aver intenzione di rientrare in Italia per concludere il corso da allenatore e di sognare di allenare il Milan, che per ora è sotto la guida di Filippo Inzaghi. L’ex compagno ha preso il posto di Clarence Seedorf: «Per me aveva fatto il suo e pure di più. Pippo invece va aspettato, poche volte ho visto il suo Milan giocar male, ha spesso accusato errori individuali. Ha portato idee ed entusiasmo. È legato ad Ancelotti e a Cagni. Il punto è che la qualità è scesa di molto e gli obiettivi invece no, ci si aspetta chissà cosa ma la squadra non è più quella di una volta».
L’ANALISI – Non si espone apertamente Nesta, consapevole però che prima si potevano spendere 100 milioni di euro sul mercato mentre oggi la situazione è cambiata al pari delle disponibilità. E conservare lo zoccolo duro ha i suoi costi: «Non ti puoi più permettere quel tipo di spesa, e neppure una via di mezzo. Magari avrei tenuto Ambrosini un anno in più, per trasmettere lo stile Milan, che è qualcosa che non si spiega ma si trasmette, appunto. Poi ci sono altre storie: io potevo restare ma non mi sentivo più competitivo per andare in giro a marcare Messi. poi ancora sono arrivate le cessioni di Ibra e Thiago Silva, non più economicamente sostenibili. Ma si entra in un problema italiano e non del solo Milan». Per Nesta c’è differenza tra Abate–Bonera–Montolivo e i “vecchi” Maldini, Costacurta, Gattuso e Shevchenko: «Sì, sono bravissimi giocatori e ragazzi serissimi ma… Ma noi avevamo gente che giocava bene non una partita su due ma sempre. E gli altri facevano di tutto per seguirli».
LA STRATEGIA – Per Nesta il Milan è troppo importante per arrivare ottavo e allora il club meneghino potrebbe cambiare strategia per sopperire alla mancanza di risorse economiche: «Possono puntare alla Champions, certo prima giocavi per vincerla e ora per entrarci, come spero. E solo se troveranno continuità: oggi sono le caratteristiche dei giocatori a rendere altalenante il rendimento. Ma stentano anche Inter, Napoli e le altre: è un peccato però, sembra una corsa a chi fa meno peggio. Servirebbero 2-3 innesti di livello, ma si torna al solito discorso, i soldi. Oppure cambi mentalità: investa su una rete di osservatori. Avrebbe comunque più possibilità dell’Udinese di scoprire altri Kakà».