2015

Nella reazione dell’Italia c’è tutto Conte

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“Rubrica Italia Anno Zero” – Quasi una ribellione a Spalato: l’Italia domina sulla Croazia e segna una chiara inversione di tendenza

La gara del Poljud di Spalato tra Croazia ed Italia, valida per le qualificazioni ad Euro 2016, è surreale: o meglio lo è senza dubbio nella sua prima frazione, quando succede di tutto. Buffon para un rigore a Mandzukic, poi segna El Shaarawy ma la terna arbitrale – dopo aver convalidato – annulla un gol regolare e mentre l’Italia protesta gli avversari si portano in vantaggio.

GARA SPETTRALE – Il tutto mentre si gioca a porte chiuse a causa dei cori di matrice nazista e razzista intonati dai tifosi slavi in occasione di Bulgaria-Croazia, come se non bastasse all’intervallo della gara di Spalato compare sul prato del Poljud una svastica disegnata sull’erba: un’inchiesta Uefa approfondirà l’accaduto, certo è che quando l’Italia incontra una nazionale calcistica slava – ricorderete tutti i nefasti episodi del 12 ottobre 2010, l’ira di Ivan Bogdanov e seguaci riversata al Marassi di Genova in occasione di Italia-Serbia – non ne va bene una. Per fortuna ci ha pensato il cucchiaio di Candreva (calcio di rigore concesso per mani di un confusionario Mandzukic) a ristabilire il risultato e quantomeno consentirci di tornare a casa lasciando invariata la situazione del girone.

PRESTAZIONE TOP – Sì, perché l’Italia avrebbe senza indugio meritato la vittoria: per l’intero arco della gara, fatta eccezione forse per i primissimi minuti in cui ha sofferto un approccio non ottimale ed è stata dunque sorretta da un Buffon in formato 2006, ha dominato l’avversario costringendolo ad aggrapparsi alla buona sorte per non capitolare. Inversione a tratti clamorosa rispetto a quanto visto nella sfida d’andata di San Siro: allora l’Italia si fece beffare sul piano del gioco dal palleggio croato, la tela di tocchi dei tecnici e talentuosi centrocampisti di Kovac mandò in bambola la nascente creatura di Conte e le improvvise accelerazioni di Perisic fecero il resto. Insomma è puramente casuale che le due partite si siano chiuse in pareggio e con lo stesso risultato: in Italia dominò la Croazia, in Croazia ha dominato l’Italia che nella seconda frazione avrebbe legittimato la supremazia già mostrata nei primi 45 minuti salvo fallire troppe nitide occasioni.

REAZIONE FIRMATA CONTE – Che dovrà inevitabilmente lavorare su quest’aspetto: occorre rilanciare al massimo delle loro possibilità i vari Immobile, Zaza e via discorrendo per assicurarsi quel bottino di reti necessario al raggiungimento di determinati risultati. Ma la reazione è risultata veemente e di questo va dato enorme merito al lavoro del commissario tecnico: una squadra in difficoltà o non dotata di alcuni aspetti caratteriali, dopo tutto quanto accaduto nel primo tempo con episodi a dir poco sfavorevoli, sarebbe crollata sotto l’aspetto emotivo, fisico e perché no tecnico. Del resto lo ha chiaramente espresso lo stesso Antonio Conte nel postpartita, apparso quasi sorpreso dalla ferma reazione dei suoi uomini. Questa reazione, quasi una ribellione, è il miglior segnale per il futuro: se il ct riuscirà ad imprimere nella nazionale quelle caratteristiche che delineano una sua squadra standard, bene, il più è fatto. Ed è quanto ci consentirebbe di giocarcela alla pari, o quantomeno non abbassare lo sguardo, con le più accreditate selezioni europee.

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