2015

Nel tripudio italiano al Napoli ruolo e peso della favorita finale

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La notte d’Europa League che riscatta il calcio italiano: cinquina agli ottavi con Fiorentina, Inter, Napoli, Roma e Torino

La notte che ogni amante del calcio italiano aspettava da tempo: la risposta che dovevamo in primis a noi stessi ed alla nostra cadente autostima, al nostro ranking, poi all’intero mondo del calcio che ci voleva relegati in seconda fascia ed infine – ma non per importanza – ai tanti esterofili nostrani che troppo spesso hanno preferito le vicende estere soltanto perchè… estere. Un fascino strano da spiegare eppure esistente e radicato.

L’IMPRESA ITALIANA – Quando ci mettiamo a fare le cose per bene, insomma, queste ci riescono. Concentrati, motivati, lucidi, e soprattutto ben lontani da un misterioso snobismo. Sì, perché fino alla scorsa stagione – eccezione fatta per qualche raro caso sparso qua e là – abbiamo interpretato l’Europa League alla stregua dell’amichevole del giovedì: inspiegabile, neanche ci si prova in questa sede a dare una motivazione logica. Ma guardiamo ai sorrisi odierni: cinque italiane in ballo ai sedicesimi di finale, cinque vittorie e cinque qualificate agli ottavi. Una cinquina italiana che assume i contorni dell’impresa pensando a quanto di meraviglioso realizzato dal Torino al San Mamés di Bilbao, un pokerissimo che si traduce in un clamoroso 5/16 in vista degli ottavi: di fatto un terzo dei club rimasti in gioco sono italiani e – complici le clamorose eliminazioni di Liverpool e Tottenham – l’occasione è ghiotta per definizione.

LA NOTTE DELLA CINQUINA – Un’emozione dopo l’altra: in pomeriggio Inter e Fiorentina, se per i nerazzurri dopo il 3-3 di Glasgow il sapore era quello della pratica da sbrigare, tutt’altra musica si è ascoltata al Franchi con gli uomini di Montella chiamati alla grande prestazione. Il timbro lo ha posto quel Mario Gomez ritrovato a pieno (almeno) nelle coppe e quel Salah il cui impatto italiano ha sorpreso forse anche il diretto interessato. Perché, visto così e con questo rendimento, è un acquisto (ed un’operazione) super. In serata le altre tre: il Napoli aveva risolto tutto con lo 0-4 dell’andata ed è sceso in campo per archiviare la formalità, le imprese – diverse ma da ritenere entrambe tali – sono toccate a Roma e Torino. I capitolini hanno dovuto affrontare per l’intera settimana vicende che poco hanno a che fare con il pallone rotondo ed è noto, quando la contesa si sposta su altri piani può rappresentare un forte deterrente ad una buona proposta calcistica: nell’inferno del De Kuip però i giallorossi hanno ritrovato fame, convinzione ma soprattutto lucidità nel reagire agli eventi della gara. La pagina più toccante l’ha scritta il meraviglioso Torino di Giampiero Ventura: dato da tutti per spacciato prima al sorteggio e poi dopo il 2-2 dell’andata, ha condotto una gara che entra a pieno titolo nella passionale e tormentata storia del club granata. Tutto il calcio italiano con i suoi tifosi di ogni fede ha abbracciato l’impresa del San Mamés, violato per la prima volta da un club nostrano.

AL NAPOLI IL RUOLO DELLA FAVORITA – Ed è una considerazione che prescinde dal sorteggio appena terminato a Nyon: a determinati livelli la fortuna può giocare la sua parte, che però ad opinione personale resta comunque marginale rispetto al reale valore delle contendenti. E non mancano alcuni elementi per indicare proprio il Napoli come reale favorita alla vittoria finale dell’Europa League: innanzitutto i valori economici, con l’eliminazione di Liverpool e Tottenham è il club partenopeo quello a godere del più alto fatturato tra le sedici ancora in vita, analogo discorso per il valore di mercato dell’organico, lì dove il parametro è assimilabile soltanto a quello della connazionale Roma. Ma gli argomenti non si fermano alle rispondenze economiche: Rafa Benitez è il tecnico più vincente della competizione – ne ha alzate due alla guida di Valencia e Chelsea, oltre alla Champions League vinta sulla panchina del Liverpool – e dalla sua ha giocoforza quell’esperienza che manca ai suoi colleghi. Serve altro? Un centravanti dalla consolidata caratura internazionale che spetta a Gonzalo Higuain lo vanta soltanto la Fiorentina con Gomez, ma gli stati di forma sono differenti. Tradotto: è l’argentino l’attaccante più forte dell’attuale Europa League. Un orgoglio, il ruolo della potenziale favorita, ma anche un peso: da fuori ora ci guardano, ci conoscono. Eccome se ci guardano. E se pensiamo di recitare la parte della sorpresa, dell’improvvisata di turno, beh… abbiamo sbagliato tutto.

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