2018

Nazionale, è la solita “Italietta”: alla prima sconfitta, tutti pronti a rinnegare la rivoluzione

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La Nazionale specchio dell’Italia legata sempre al risultato: alla prima sconfitta, al saldo degli errori di Mancini, tutti pronti a rinnegare quella rivoluzione tanto invocata all’indomani della debacle con la Svezia

La Nazionale che, nell’ultima settimana, ha tenuto a battesimo la Nations League non ha sinceramente rappresentato un bello spettacolo per il nostro calcio. Un po’ perché in questo momento scarseggia la materia prima, il talento in primis, ma un po’ anche per le scelte oggettivamente azzardate di Mancini: dalle svolte tattiche ogni mezz’ora alla rivoluzione dei titolari da una partita all’altra, passando per troppi elementi schierati fuori ruolo e fuori contesto. Sulle qualità da “puro” allenatore del Mancio si può stare a discutere a lungo – la sua stessa carriera non racconta di uno stratega della tattica o di un luminare nella lettura delle partite -, ma qui l’affare è più ampio. Perché un commissario tecnico non allena soltanto, anzi: non allena proprio. In primo luogo è chiamato a scegliere, a selezionare.

E qui veniamo al nodo centrale della questione. Al desiderio di rivoluzione, tabula rasa, piazza pulita che ha iniziato a sgorgare all’indomani della fallimentare campagna d’avvicinamento ad un Mondiale di Russia che avvicinato, alla fine, non si è mai. Un sentimento popolare che Mancini ha abbracciato in pieno, congedando le stantie istituzioni del precedente blocco azzurro e aprendo le porte ad un profondo ricambio generazionale. Una mossa con sguardo all’orizzonte, Euro2020 se non addirittura al prossimo Mondiale. Una mossa che, difficilmente, avrebbe potuto pagare fin da subito.

Ed è proprio questo il cruccio, ed è proprio questa la questione che stride maggiormente: al saldo dell’evidente cartello “work in progress” che campeggia davanti a Coverciano e delle cervellotiche scelte di Mancini nelle ultime due partite, quando si chiude un capitolo e se ne apre un altro non ci si può aspettare di essere subito quadrati e competitivi. Ma se è appena cominciata la rivoluzione di cui si sentiva giustamente tanto bisogno il giorno dopo la debacle contro la Svezia, rappresenta davvero un problema l’eventuale retrocessione nella Serie B della prestigiosissima Nations League?

@DanieleGalosso

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