Calcio Femminile

La Nazionale femminile sbotta, ma è tardi. Bertolini e FIGC: strascichi e retroscena di un disastro Mondiale

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La Nazionale femminile sbotta, ma è tardi. Bertolini e FIGC: strascichi e retroscena di un preannunciato disastro Mondiale

La Nazionale femminile che si è svegliata qualche ora fa a Wellington aveva gli occhi rossi di pianto o di insonnia. Qualche giocatrice ha preferito evitare anche la colazione, quasi nessuna ha incrociato lo sguardo di Milena Bertolini. In questo clima di rabbia, frustrazione e delusione si è deciso tutte insieme (anche se la condivisione social simultanea non è stata proprio universale) di partorire una lettera-sfogo che poi non fa altro che ricalcare le parole pronunciate poco prima alla Rai da Cristiana Girelli. L’incazzatura delle ragazze ferite è paragonabile solo alla voglia che avevano le Azzurre di rivoltare addosso alla ct le ultime dichiarazioni e alcune scelte che secondo loro hanno sabotato la spedizione Mondiale. Le giocatrici di Juventus Women e Roma, che si sono fatte la guerra (non solo sportiva) per tutta una stagione, si riscoprono alleate nella riprovazione di una guida tecnica che nessuno voleva più da almeno un anno. La comunicazione è stata rabbiosa, spontanea ma forse tardiva nella sua urgenza.

Perché se lo spogliatoio nutriva da tempo – e così è – tutte queste riserve nei confronti della ct sarebbe forse stato il caso di fronteggiare ben prima la questione, a tutti i livelli. Un sistema calcio più moderno e recettivo come quello francese ha disinnescato una dinamica simile a poche settimane dall’inizio del torneo, silurando la ct Corinne Diacre. Viene da chiedersi per quale motivo le giocatrici azzurre abbiano trovato la forza di sbottare soltanto dopo il fallimento… L’unità di intenti rivendicata più volte dal gruppo squadra Azzurro alla fine era solo parziale e già in sé reazionaria. Chissà se Sara Gama lo avrà fatto presente alla Federazione prima di essere brutalmente tagliata fuori dalle convocazioni: nessuno si è bevuto la storia della costruzione dal basso e di un maldestro e anacronistico progetto giovani. La FIGC (da cui si attende ancora una presa di posizione o anche solo un commento) è di fatto la co-antagonista nella narrazione del papiro azzurro. Eccezion fatta per il capo delegazione Stefano Braghin, nessuno dei dirigenti federali ha trovato il tempo di mettersi su un aereo per raggiungere l’Oceania. Cosa che invece avrebbe fatto volentieri Martina Rosucci, a cui invece è stato impedito per una questione di costi. Il gioco di chi è la colpa continuerà però un bel po’ e poi sarà tempo di ricostruire: ad oggi non si sa come e con chi. Ma d’altra parte non si sa nemmeno quali saranno le squadre iscritte alla prossima Serie A femminile. Quindi perché stupirsi.

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