Editoriale

Nations League alla Francia: Deschamps può costruire la doppietta Mondiale

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Dopo il disastroso Europeo, la Francia conquista la Nations League e ora punta con decisione al bis iridato in Qatar tra poco più di un anno

La resurrezione della Francia si compie nella prestigiosa cornice di San Siro che celebra il successo dei Galletti in Nations League. Consentendo ai nostri “cugini” di diventare la prima formazione a conquistare quattro trofei internazionali, dopo Mondiali, Europei e Confederations Cup.

Dal naufragio e dalle macerie di appena tre mesi fa e dalla clamorosa sconfitta contro la Svizzera, Didier Deschamps ha saputo ricostruire uno spogliatoio che sembrava spaccato tra accuse e gelosie. E soprattutto ricostruire un’identità di squadra che in tutto Euro 2020 non si era mai vista.

Scelte nette quelle del tecnico, ormai convinto sulla bontà della difesa a 3. Illuminata, ma non che ci fossero dubbi a riguardo, la folgorazione sull’utilizzo da quinto del milanista Theo Hernandez, assolutamente determinante anche in finale con una traversa e l’assist per Mbappé nel carnet.

Un anno e poco più di tempo per affinare strategie e principi tattici, con il proposito di far rendere al massimo la stella di Pogba (di nuovo migliore in campo nelle pagelle) e la qualità superiore del tridente MbappéBenzemaGriezmann. L’obiettivo del back to back mondiale non sembra così irraggiungibile, considerate le premesse. Impresa che sarebbe storica, andando a emulare l’Italia della doppietta 1934-1938 e il Brasile di Pelé 1958-1962. Altra epoca, altro calcio.

Le avversarie non mancano però di certo, a cominciare da una Spagna che Luis Enrique sta plasmando partita dopo partita a sua immagine e somiglianza. L’acuto finale è mancato, ma il livello della prestazione è stato eccellente e la settimana di Nations League lascia la sensazione che la Roja possegga enormi margini di crescita.

Percezione che dovrà essere anche quella di Roberto Mancini e degli Azzurri, sul terzo gradino del podio dopo il successo sul Belgio in un match indicativo più o meno pari a zero. Ripetersi non sarà affatto banale, ma i campioni d’Europa non possono né devono nutrire ambizioni minori.

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