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Nasce Paolo Sollier, una vita tra calcio e politica – 13 gennaio 1948 – VIDEO

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Il 13 gennaio 1948 nasce a Chiomonte, vicino Torino, Paolo Sollier, calciatore diventato famoso più che per le sue gesta calcistiche per il suo impegno politico

«Dov’è scritto che un calciatore non debba avere idee?». Così si potrebbe sintetizzare la storia di Paolo Sollier, nato a Chiomonte, vicino Torino, il 13 gennaio 1948. Sollier è balzato agli onori della cronaca non tanto per le sue qualità e doti calcistiche, quanto piuttosto per il suo impegno politico. Cresciuto a Torino in una famiglia modesta, si avvicina in giovane età all’impegno sociale attraverso il Gruppo Emmaus e Mani Tese. Nel 1968 si iscrive a Scienze Politiche, facoltà abbandonata dopo solo un anno per lavorare allo stabilimento Mirafiori della FIAT.

Paolo Sollier, la carriera sportiva

Senza rinunciare all’impegno politico, Paolo Sollier intraprende una poco fortunata carriera calcistica a partire dal 1967. Esordisce con il Cinzano, per poi approdare in Serie C alla Cossatese nel 1969 e successivamente alla Pro Vercelli. La tappa successiva è il Perugia in Serie B, dove vincerà il campionato ed esordirà nella massima serie nella prima metà degli Anni ’70. È l’apice di una carriera calcistica anonima, cui seguirà la parentesi al Rimini nel campionato cadetto e il ritorno in Piemonte ancora alla Pro Vercelli, dove rimane fino al 1981. Concluderà la sua carriera alla Biellese, collezionando un totale di 21 presenze in serie A e 124, condite con 11 gol, in Serie B.

Fortemente criticato per il suo orientamento politico in relazione ai guadagni della sua professione sportiva, Paolo Sollier si è sempre difeso. I suoi guadagni, in effetti, non erano superiori a quelli di un normale impiegato: «Se mi sentivo privilegiato era per un altro motivo, perché facevo il lavoro dei miei sogni, il calciatore».

Paolo Sollier e l’impegno politico

La sua notorietà, al netto di una carriera priva di acuti significativi, è dovuta ad alcune vicende extracalcistiche, come l’abbonamento al Quotidiano del lavoratori. Ma soprattutto come la pubblicazione del libro Calci e sputi e colpi di testa del 1976, in cui il centrocampista racconta la propria appartenenza ad Avanguardia operaia. Nel suo libro, Paolo Sollier descrive il mondo del calcio da un punto di vista alternativo rispetto ai colleghi e per questo viene deferito dalla FIGC. Il suo schieramento politico lo porta ad esporre le sue convinzioni anche sul campo, come nel caso dell’emblematico saluto a pugno chiuso rivolto ai tifosi del Perugia. Un gesto che gli causa forti antipatie di chi ha un orientamento differente, come la tifoseria laziale. Sollier non ha mai rinnegato questo lato della sua personalità, difendendo a spada tratta le sue convinzioni pur evidenziando a più riprese di non voler mai offendere o irritare qualcuno. Piuttosto ogni suo gesto o azione erano indirizzati a sé stesso come fonte di stimolo per affrontare le nuove sfide che la vita gli poneva quotidianamente.

In seguito al suo ritiro dall’attività agonista, Paolo Sollier comincia a collaborare con quotidiane e riviste come Reporter, Il Mattino di Padova e Tuttosport. Nel 2008 pubblica il suo secondo libro, Spogliatoio, che si sofferma molto sui cambiamenti del calcio di questi ultimi anni, uno sport sempre più all’insegna del denaro e della superficialità.


 

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