Il tecnico al termine della partita ha parlato anche di Hamsik e Gasperini

La prestazione di Marek Hamsik non è certo passata inosservata agli occhi di Maurizio Sarri, che al termine della partita contro la Fiorentina ha tessuto le lodi del suo centrocampista: «E’ sicuramente uno dei migliori centrocampisti d’Europa, non penso che sia difficile trovargli una collocazione. Non penso che sia stato condizionato dallo spostamento in avanti dell’anno scorso, ma a livello mentale. Quest’anno è cresciuto e credo che questa sia la miglior partita della nuova stagione per lui», ha dichiarato l’allenatore del Napoli ai microfoni di SkySport.

LA PRESTAZIONE – Poi ha analizzato la vittoria sulla Fiorentina e la prestazione dei suoi: «Dopo la sosta facciamo fatica nell’approccio alla partita, poi la Fiorentina ha un palleggio di grandissimo livello, è forte, ma siamo stati bravi a concedere pochissimo e a venir fuori pian piano. Nel secondo tempo abbiamo legittimato il risultato. Ilicic e Kalinic sono stati bravi, ma abbiamo preso gol nel nostro miglior momento e siamo stati bravi a reagire».

IL PROGETTO – Sarri ha poi parlato della corsa scudetto: «Sono uno molto concreto. E’ giusto che i tifosi sognino, ma noi dobbiamo pensare a lavorare. Ora c’è l’Europa League da preparare, il campionato invece è una maratona. E’ difficile paragonare stagioni diverse. Ho trovato grandi giocatori, molto disponibili. Il gruppo aveva perso fiducia ed entusiasmo per il finale della scorsa stagione, ma non ho notato grandi differenze tra l’allenare un campione e un giocatore normale. Banchiere? Ho smesso nel 2000, sono molto più pazzo di quello che pensate. In famiglia la decisione è stata accolta bene, altrimenti non l’avrei presa».

LA RISPOSTA – Infine, ha replicato a Gian Piero Gasperini: «Nelle grandi squadre l’organizzazione è difficile per mancanza di tempo, si gioca molto frequentemente. Noi allenatori diamo un contributo, ma i veri protagonisti sono i giocatori. Faccio il tifo per Gasperini, che ha fatto sempre bene. Ha avuto solo la sfortuna di beccare la grande squadra nell’anno sbagliato».