2015
Napoli, Sarri: «Scudetto, parola impronunciabile. Higuain il top»
Il tecnico azzurro si racconta a Walter Veltroni
Maurizio Sarri, allenatore capace di partire dalla provincia per arrivare fino alla panchina del Napoli, rappresenta a tutti gli effetti un’eccezione nel patinato mondo del calcio, e non solo ad un livello più superficiale. Lo stesso tecnico azzurro, ai microfoni del Corriere dello Sport, si è raccontato a Walter Veltroni facendo riferimento sia al proprio passato che al presente alla guida dei partenopei. Queste le parole di Sarri: «Ho iniziato da difensore esterno, poi sono stato schierato come centrale. Ma, diciamoci la verità, non sfondavo, non ero un campione. Il massimo torneo in cui ho giocato era la serie D. Intanto mi cercavano le banche, lì ero davvero capace. Così cominciai a lavorare per portare un po’ di soldi a casa».
ISPIRATO DA SACCHI – Un’evoluzione non casuale quella di Sarri, passata dall’analisi e dallo studio del calcio: «Il calcio, come tutto, richiede analisi, pensiero, riflessione oltre all’esperienza vissuta. Io ho studiato molto. In particolare il lavoro e le innovazioni di Arrigo Sacchi che è stato un vero rivoluzionario del calcio, e per questo mi piaceva» ha ammesso Sarri. Non possono mancare parole sull’esperienza alla guida del Napoli: «Le sensazioni che ti può dare la tifoseria sono uniche, un calore spettacolare. Ma è un ambiente umorale, come è sempre stata questa città fatta di passioni e delusioni. O tutto è positivo o tutto è negativo. Io cerco di tenere il filo di una atmosfera in cui ogni tanto bisogna anche estraniarsi». Tra i meriti di Sarri figura anche quello di aver saputo gestire al meglio Higuain, facendolo anche rendere al massimo: «Si diverte. Io lo stimolo a divertirsi. È un fuoriclasse ed è potenzialmente il giocatore più forte che io abbia mai allenato».
IMPRESSIONATO DAI VIOLA – Poi, seppur in modo indiretto, un possibile rifermento di mercato ripensando ai tempi di Empoli: «Il miglior giovane? Per me Rugani. Ha una capacità di applicazione straordinaria. Io lo feci esordire a 18 anni. Sarà un giocatore molto importante per il calcio italiano del futuro». E alla domanda sull’obiettivo scudetto Sarri risponde così: «Non mi avrà, per me resta impronunciabile. Abbiamo iniziato un percorso. Ricordiamo che veniamo da un quinto posto e teniamo i piedi per terra. Per volare c’è sempre tempo. È un campionato aperto, senza dominatori. Ci sono diverse squadre che competono a pari livello. Posso dirle che io sono rimasto molto impressionato dalla Fiorentina».