2016
Jorginho: «Vivevo con 20 euro a settimana»
«È stata dura, ma ho scelto l’Italia, ora sogno Scudetto ed Europei»
Italiano vero, non per finta. Per tutti lui è Jorginho, nativo del Brasile, ma italiano di adozione e di passaporto. Il centrocampista del Napoli una decisione su dove giocare l’ha presa molto tempo fa: si sente azzurro in tutto e per tutto. Qui in Italia ha trovato la fortunata calcistica e personale Jorginho e qui in Italia vorrebbe coronare il suo sogno: vincere qualcosa. Alle spalle un passato difficile, superato grazie al sogno italiano. «Giocare a calcio qui era il sogno della mia vita, ero disposto a tutto pur di venire. E sono venuto. Poi però non è mai come ti aspetti che sia, la realtà è spesso diversa da quello che ti promettono – ricorda Jorginho – . E per me è stata molto dura a Verona, all’inizio. Il primo mese non ci pensi, ti dici che sei in Italia, e ti basta questo per essere felice. Poi passano le settimane e arriva il difficile: perché è complicato vivere con 20 euro alla settimana. Tutti mi volevano bene nel convitto in cui stavo, dal prete alle cuoche e alle signore delle pulizia, ma vivevo in una stanza piccola, con altri brasiliani come me: andavo a scuola e non giocavo mai perché aspettavamo i documenti che non era pronti».
JORGINHO: «HO DUE SOGNI» – Alla fine arriva il primo stipendio (600 euro al mese), la consacrazione con la maglia dell’Hellas Verona, quindi il passaggio al Napoli, dove quest’anno grazie a Maurizio Sarri è diventato protagonista assoluta. Cosa manca? «Io ho due sogni che inseguo in questi giorni: lo Scudetto e l’Europeo – spiega Jorginho a Il Mattino – . Quello che sta succedendo è meraviglioso. Se sono arrivato fin qui non è solo merito mio ma del lavoro di tutti, dal mister Sarri a tutti i compagni, dalla voglia che avevamo tutti di fare grandi cose fin dall’inizio, in un gruppo molto buono. Stiamo facendo cose fantastiche ma siamo solo secondi. Noi continueremo a lottare partita dopo partita». Come è riuscito Sarri a motivarlo e renderlo un leader a centrocampo? «Credo che il modulo e giocare in un centrocampo a tre siano stati fondamentali. Poi c’è la sua mentalità e il suo gioco che prevede sempre palla a terra, il pressing continuo in avanti, l’imposizione costante del nostro gioco. Tutto questo ha esaltato le mie caratteristiche». Oggi arriverà la convocazione nell’Italia, Jorginho ha più motivi per sorridere: «Ho da tempo scelto l’Italia e non il Brasile. Perché è più giusto così, perché questo è un paese che mi ha dato tantissimo. E non solo i miei avi». Jorginho italiano vero. Anzi verissimo.