2019
Napoli si interroga sul progetto di Ancelotti: ‘Perchè non cambia modulo?’
Dopo una stagione e 180 minuti di quella successiva, Ancelotti non sembra più immune da critiche nell’ambiente partenopeo
Competere con la Juve è difficile, sempre lo è stato e sempre più lo sarà. La differenza nei numeri è lì: è inconfutabile e soprattutto difficilmente reversibile. Un vantaggio però gli azzurri e i propri tifosi credevano di averlo: Lazio a parte, il Napoli era l’unica big che poteva contare su una continuità di guida tecnica, rispetto a tutte le altre che ripartivano da un cambio da allenatore. In più c’è stato il mercato, che forse non ha proprio soddisfatto il palato fino di tutti, ma che ha aggiunto a una rosa che non ha rinunciato a nessun pezzo da 90, gente come Di Lorenzo, Manolas e Lozano (tutti e tre, ironia della sorte, o forse non per caso, in gol a Torino contro la Juve).
Ad oggi però, questo vantaggio non sembra essersi concretizzato: sia chiaro, sarebbe da sciocchi eccedere in valutazioni definitive dopo 180 minuti con un calendario iniziato in salita e 36 partite più coppe ancora da giocare. Ma quello che preoccupa in questo momento, è il fatto che, alla faccia della continuità, il progetto tecnico di Ancelotti non sembra ancora consolidato. Lo testimoniano i 7 gol subiti in due partite, che spaventerebbero una squadra che lotta per non retrocedere, figurati una che vuole lottare per vincere lo scudetto, come proclamato dallo stesso allenatore. Giocatori con caratteristiche ibride schierati in ruoli nevralgici, una certa confusione in entrambe le fasi, la totale assenza di equilibri e la costante sensazione che si stia chiedendo a questa rosa cose un po’ troppo complesse, senza che sia necessario. Il Napoli, che con il 442/4231 di Ancelotti schiera diversi calciatori che giocano in posizioni a loro inedite rispetto al passato, ha in realtà ancora nel 433 di sarriana memoria il modulo che ne esalterebbe di più, o ne penalizzerebbe di meno, le caratteristiche.
Perchè non cambiare allora? Si chiedono tifosi e addetti ai lavori. Una delle spiegazioni più plausibili, è quella della mancanza di un vertice basso puro. L’altro, quello di una coperta lunga nelle alternative, dal momento che si è impostato il mercato per restare con quattro giocatori a centrocampo per due ruoli, con Callejòn e Gaetano supplenti per le emergenze. Anche queste però, ad onor del vero, sono state scelte di Ancelotti, che ancora non convincono e che non è chiaro se potranno essere vincenti. Per questo, e non soltanto Napoli si interroga sulla direzione che sta prendendo la propria squadra nelle mani del pluridecorato tecnico. A cui, da ora in poi, è richiesto qualcosa in più. D’altronde era stato De Laurentiis a presentarlo così: la risposta del Napoli a Cristiano Ronaldo alla Juve.