2017
Il Napoli di Sarri ha trovato il suo top player
Sarrismo al microscopio: l’evoluzione dell’undici titolare azzurro nel corso della stagione 2016/2017
I numeri, nel calcio, rappresentano un indicatore importante per la definizione dell’annata calcistica di ogni squadra, a maggior ragione per chi, attualmente, occupa il limbo tra l’ambizione di vincere e il riuscirci per davvero. Statistiche alla mano, al Napoli di Sarri manca, effettivamente, soltanto la gioia di un trofeo per certificare il grande lavoro fatto. In carica dall’estate 2015, l’allenatore toscano ha plasmato la squadra partenopea a immagine e somiglianza del suo credo calcistico. Processo di crescita che ha richiesto del tempo, viste anche le variazioni che hanno caratterizzato la rosa in questi due anni. Il dato più sorprendente, e meno appariscente, riguarda proprio l’undici titolare schierato da Sarri nel corso delle 44 partite in cui ha diretto la squadra dalla panchina. Il tecnico partenopeo ha schierato per due volte di seguito la stessa formazione, in campionato, soltanto in occasione delle sfide contro Lazio e Udinese: scelta praticamente perfetta visto che ha condotto al doppio 3-0, prima in trasferta e poi al San Paolo. Mandando in rete tutti i componenti del tridente offensivo e tenendo inviolata la porta di Pepe Reina. Sintomo di un equilibrio finalmente trovato.
Ok, la formazione è giusta!
Prendendo in prestito la citazione da un noto format televisivo, si può dire che Sarri abbia trovato la formula giusta con cui affrontare questo rush finale e, mercato permettendo, anche la prossima stagione. Ogni allenatore può essere considerato alla stregua di un alchimista e se, tra i pali, non c’è mai stata discussione, con Reina preferito sia a Rafael che a Sepe soprattutto per le grandi doti nel giocare la palla con i piedi, il discorso è diverso per gli altri reparti. Faouzi Ghoulam, dal preziosissimo piede mancino, difensivamente non garantisce lo stesso apporto di quando si proietta nella metà campo offensiva e ciò costringeva il tecnico a schierare Diawara come schermo centrale, perdendo, di conseguenza, un palleggiatore sopraffino come Jorginho. L’innesto nell’undici titolare di Ivan Strinic ha portato qualità difensiva ai partenopei, permettendo, quindi, l’utilizzo di un centrocampista centrale più di costruzione che di rottura. Ridando anche ad Allan una maglia da titolare, per non schierare un centrocampo totalmente offensivo, ma garantendosi anche una certa dose di corse in verticale senza palla. Il top player del Napoli si chiama equilibrio.