2017
Napoli – Real Madrid, Ramos ci ha fatto girare i c…
Napoli – Real Madrid è popolo contro nobiltà del calcio, tattica contro estro
Si chiamano notti di Champions, quelle che sogni per una vita e, se sei fortunato, vivi per una sera. Si accendono le stelle allo stadio San Paolo di Napoli: quelle di Cristiano Ronaldo, Bale e Benzema, quelle di Mertens e Hamsik, quelle negli occhi dei napoletani che riempiono di speranze e aspettative i 90 minuti di Napoli – Real Madrid. Sorprendente la scelta di Sarri di schierare Allan e Diawara contemporaneamente, rinunciando, dunque, ad una mezz’ala offensiva, Zielinski o Rog, o ad un regista vero come Jorginho. Hamsik diventa, quindi, il fattore determinante, attaccando lo spazio alle spalle della mediana avversaria e potendo giocare la palla fronte alla porta. 4–2–3–1, a tratti, che impone a Casemiro, vista la pigrizia di Modric, di lavorare a uomo sullo slovacco, il quale dà cenni di pericolosità presentandosi al limite dell’area per cercare il tiro. Napoli che, di fatto, ha lo stesso impatto della sfida del Santiago Bernabeu: linee corte e compatte, pericolosità offensiva e personalità. Real Madrid che, per i primi 15 minuti di gioco, dà segnali di presenza in campo solo quando Koulibaly balbetta palla al piede e regala uno shot a Kroos. E’ organizzazione collettiva contro talento individuale che, a detta di Sarri, non può essere annullato dalla tattica, ma limitato sì. La scelta del tecnico napoletano viene premiata dalla rete di Dries Mertens, la 23esima in stagione, al resto ci pensa la sensibilità nel tocco e la rapidità di pensiero di Hamsik. Praticamente perfetta la prima mezz’ora di gioco partenopeo. Unica nota stonata l’incapacità di Koulibaly di costruire la manovra dalle retrovie che concede ai blancos la possibilità di giocare qualche “palla libera” nella prima frazione. La dea bendata fa il resto quando il destro di Cristiano Ronaldo si spegne sul palo. Il karma spesso, però, ti toglie ciò che ti aveva dato, così anche a Mertens resta l’agrodolce sapore del quasi gol, pochi minuti dopo. Nel finale di tempo, poi, il Real si allunga dando al Napoli la possibilità di arrivare dalle parti di Keylor Navas con delle transizioni rapide, non concretizzate a dovere.
Napoli – Real Madrid è Ramos contro nessuno
L’avvio dei secondi 45 minuti è un duello più mentale che fisico e tecnico, col Napoli a ribadire il canovaccio del primo tempo e il Real a ricordare i valori assoluti in campo. I blancos segnano, paradossalmente, nell’unica maniera in cui si poteva colpire questo Napoli: su calcio d’angolo contro una difesa posizionata a zona e poco reattiva sulla palla. Al 55’ si materializza la staffetta Allan – Rog, ma la svolta tattica di Sarri passa in secondo piano di fronte al secondo gol di Sergio Ramos. Che taglia le gambe ai calciatori e la voce ai tifosi, oltre a spostare le percentuali di qualificazione quasi totalmente a favore degli ospiti. L’incubo del Bernabeu si ripresenta improvvisamente: 45 minuti perfetti poi blackout, senza aumentare il passivo realizzativo quando la prestazione collettiva lo permetteva. Tutto ciò che accade dopo, gol di Morata compreso, sono soltanto numeri per alimentare il tabellino di una partita durata 57 minuti e persa per un difetto atavico nello spartito tattico di mister Sarri. Si spengono le luci al San Paolo: Napoli – Real Madrid è dei galacticos e le stelle parlano ancora spagnolo.