2015

Napoli, ora trova la cattiveria per vincere l’Europa League

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Splendida tripletta di Higuain alla Dinamo Mosca: il Napoli, però, avrebbe dovuto archiviare la contesa

La reazione c’è stata ed è stata di quelle importanti: Napoli subito sotto al San Paolo nel faccia a faccia degli ottavi di finale d’Europa League con la Dinamo Mosca, la tripletta di uno strepitoso Gonzalo Higuain ha ribaltato il corso della gara ed indirizzato la contesa qualificazione sui binari partenopei. Indirizzato, non archiviato: a livello emotivo resta un rammarico, in termini complessivi è invece qualcosa su cui ragionare.

LA TRIPLETTA DEL PIPITA – Ma invertiamo il decalogo del pranzo perfetto e partiamo dal dolce: che oggi, in casa Napoli, si chiama Gonzalo Higuain. Per distacco il miglior centravanti dell’attuale Europa League, ha risposto presente nel momento del bisogno e concesso ai suoi un concreto e piuttosto agevole match-point da non dissipare in quel di Mosca. Tre gol, di cui due di eccellente fattura, come a voler mettere in chiaro le cose: chiunque voglia vincere questa competizione dovrà inevitabilmente fare i conti con lui. Inscenato di fatto l’intero repertorio: il tempo perfetto e la coordinazione con il quale ha girato in porta il gran bel cross di Ghoulam, la freddezza dagli undici metri ed infine il colpo figlio di talento e di quell’innato fiuto del gol che ne ha caratterizzato l’intera carriera. La debole retroguardia di Cherchesov si è ritrovata contro quello che le sarà sembrato un alieno e nulla ha potuto.

PER UN ESITO NON SCONTATO – No, non si dia il risultato finale per logica conseguenza dei valori emersi sul campo: il Napoli di Benitez è una squadra che tra i suoi motivi d’orgoglio non può annoverare equilibrio tattico, solidità e concentrazione. Ed una volta ritrovatosi sotto per via dell’ennesima disattenzione della stagione il copione era tutt’altro che prevedibile: i partenopei avrebbero dovuto scoprirsi per ribaltare il risultato con il rischio di esporsi alle ripartenze russe e scoprire ulteriormente il lato debole. Merito dunque all’intera squadra – al netto del solito e compromettente errore di turno – per aver attaccato con qualità e raziocinio senza perdere di vista l’obiettivo finale della qualificazione: il Napoli ha prodotto una significativa mole di gioco ma non ha lasciato campo ad un avversario peraltro non nella sua giornata di massima ispirazione.

IL SALTO DI QUALITA’: LA CATTIVERIA MANCANTE – Aspetto emerso in tutta la sua irruenza nei due campionati dell’era Benitez: il Napoli si è praticamente sempre smarrito sul più bello, fallendo determinati momenti chiave di crescita e nel complesso rendendo meno di quanto fosse lecito ipotizzare. Tante ad esempio le chance perse in doppio vantaggio contro avversari decisamente alla portata: il perché di queste rimonte? La difficoltà incontrata nel chiudere le partite. E’ accaduto anche ieri: espulso Zobnin in apertura di ripresa, il Napoli ha di fatto disputato un intero tempo in superiorità numerica dopo aver chiuso la prima frazione sul risultato di 2-1. Tradotto: gli uomini di Benitez avrebbero dovuto – e potuto – definire i contorni della contesa già ieri al San Paolo. Il terzo gol è arrivato al 54’ minuto e nei restanti 36 più recupero i partenopei trovando la via del gol avrebbero di fatto ipotecato il passaggio ai tanto ambiti quarti di finale. Che invece, seppur da assoluti favoriti, dovranno guadagnarsi nello scenario dell’Arena Khimki. Benitez nelle quattro mura dello spogliatoio si sarà arrabbiato: se così fosse, bene. Perché è ciò che manca per non fare soltanto bella figura in questa Europa League ma vincerla.

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