2017

Napoli, perché ora il ruolo di Milik è cruciale

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Il Napoli ritrova Arkadiusz Milik: l’attaccante polacco è fondamentale per elevare il livello qualitativo delle rotazioni di Maurizio Sarri

Un anno fa ci volle l’invenzione: quella di Maurizio Sarri, che per rispondere alla sopravvenuta assenza di Arkadiusz Milik – dopo un ovvio periodo di assestamento, o se vogliamo di tilt e seguente sbandamento – cambiò letteralmente i connotati a Dries Mertens. Da esterno offensivo a centravanti, con i risultati che oramai tutti conoscete. Il tridente leggero di un Napoli che ha strabiliato per qualità di gioco, per forza innovativa della sua proposta calcistica e per resilienza dunque, squadra capace come poche altre di reagire ad un evento così negativo per le sue dinamiche reinventandosi sotto una veste addirittura migliore.

Il nuovo Napoli di Sarri

Tanto migliore da diventarne quella ufficiale: il Napoli dei piccoli, quello tutta tecnica e rapidità, quello dei titolari per intenderci. Con Mertens da riferimento centrale – falso nueve se volete – Insigne e Callejon, ecco la composizione di un tridente presto diventato il biglietto da visita del Napoli di Sarri. Difficile rinunciarci: funzionalità massima, così come l’intesa tra i suoi interpreti. L’asse Insigne-Callejon è diventato una leggenda in quel di Napoli: il primo a servire con lo scavetto, il secondo a passare dietro la linea dei difensori, sorprendendola già sul primo passo. Un movimento apparentemente agevole da leggere, eppure così complicato per la tenuta delle retroguardie avversarie. Che tuttora non riescono ad apporre argine. Altrettanto proverbiali i duetti nello stretto con Mertens: un centravanti atipico, di quelli che per natura partecipano alla collettività, sono sostanza del gioco, materia integrante di un costrutto che chiama a sé chi offre gentilezza al pallone. Se poi aggiungi un fiuto del gol proprio ai migliori centravanti in circolazione, beh, il piatto è servito. Piccoli, presto in forma, difficile sostituirli: eppure questo aspetto – quello delle rotazioni – è di cruciale rilevanza se il Napoli vorrà davvero aderire alle aspettative che la stragrande maggioranza degli opinionisti gli ha disegnato addosso per la stagione appena iniziata. In termini nazionali così come sotto il profilo della proiezione europea.

Ecco Milik

Se non destano preoccupazione le alternanze nei comparti di difesa e soprattutto centrocampo, con un organico che presenta ricchezze tecniche e caratteriali di comprovata affidabilità, il discorso va invece approfondito per quanto concerne il pacchetto offensivo. Non fosse altro perché chi viene chiamato in causa avrebbe il compito di mantenere inviariata – o quasi – la qualità della proposta d’attacco del Napoli di Sarri. Per quanto concerne gli esterni c’è grande curiosità intorno all’approccio che il nuovo acquisto Ounas potrà vantare sul campionato italiano: ci limitiamo all’attesa per poter emettere le prime considerazioni. Giaccherini è carta conosciuta: di esperienza e buone caratteristiche, senz’altro, ma non gli si può certo chiedere di alterare gli equilibri. Chi invece dovrà inevitabilmente garantire qualcosa in più è Arkadiusz Milik: lo ha fatto nella trasferta del Bentegodi di Verona, occasione in cui è partito titolare in luogo di Mertens ed ha risposto con un gol da centravanti tipico. Servendosi del destro, non il suo piede forte, per battere il portiere avversario Nicolas in uscita. Ed è tornato in gol anche con la sua Polonia, maglia della nazionale con cui aveva interrotto la traiettoria ascendente procurandosi il grave infortunio rimediato con la Danimarca nella scorsa stagione. Un gol – quello siglato al Kazakistan nella recente tornata di gare utili per la qualificazione al prossimo Mondiale – che aggiunge fiducia al suo percorso di recupero.

Milik fondamentale per Sarri

Lo abbiamo detto, in primis per quanto riguarda la logica dell’alternanza pura: presentare rotazioni all’altezza consente di guardare in faccia i concorrenti in tal senso dotati e poter battagliare ad armi pari. Se invece in campo ci vanno sempre gli stessi undici – o non appena si prova a variare i risultati non rispondono presente – l’esito è negativamente scontato. Arkadiusz Milik può alternarsi a Mertens nel ruolo di riferimento centrale e – considerata la lacuna lasciata dalla società in chiave calciomercato – può far rifiatare gli esterni offensivi, con il belga che in questo caso scalerebbe nel suo ruolo originario. Ma la carta Milik non è valida solo in termini di rotazioni quanto invece di alternativa tattica: l’attaccante polacco, considerata la sua statura e l’abilità già mostrata nell’avvio della scorsa stagione nel fondamentale del colpo di testa, è una risorsa aggiuntiva contro determinati tipi di difese, o a gara in corso se c’è da scardinare un muro che nella particolare fattispecie sta avendo la meglio contro i piccoli del tridente titolare. Ulteriore variante è data dall’attacco a due punte, sempre limitato a particolari situazioni della partita, con l’accostamento di Milik a Mertens per comporre un tandem assolutamente compatibile per caratteristiche e linguaggio calcistico. Il pieno recupero dell’ex attaccante dell’Ajax è insomma una carta cruciale per le prossime ambizioni del Napoli: se De Laurentiis e dirigenti hanno consapevolmente scelto di non dover operare sul mercato, vuol dire che piena fiducia è stata concessa alle condizioni di Milik. Che è dunque pronto a tornare sui suoi livelli, con tanto di sorriso da parte di mister Sarri.

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