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Napoli Inter, Simeone e Lautaro: le cose che restano della finale di Supercoppa

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Napoli-Inter è finita con il risultato che si poteva prevedere, visto che lo stato di salute dei nerazzurri è decisamente migliore di quello dei partenopei

Napoli-Inter è finita con il risultato che si poteva prevedere, visto che lo stato di salute dei nerazzurri è decisamente migliore di quello dei partenopei. Ma, come sempre succede, anche un rapporto di forze in questo momento squilibrato ha trovato un copione sorprendente. Ancora di più perché neanche l’inferiorità numerica causata dal doppio giallo di Simeone ha fatto vacillare la resistenza degli azzurri. Davvero eroica, tenendo conto della quantità di minuti trascorsa in inferiorità numerica e delle tante risorse che Simone Inzaghi ha potuto mettere nel finale di gara.

Che poi a risolverla sia sempre lui, Lautaro Martinez, non è nient’altro che il segno di una decisività del Toro che riesce a fare la differenza quando tutte le altre cose non bastano. Ma non sfugga anche la partecipazione nel gol della vittoria da parte di Pavard. Nella strepitosa prima parte di stagione della squadra, il francese ha avuto poco spazio per ragioni d’infortunio. Non è davvero una frase fatta – lo si era capito anche prima di Riad – pensare che possa essere il classico vero acquisto di gennaio anche se è arrivato in estate.
La partita, come ogni gara dove c’è stato un rosso pesante, ha in Simeone uno dei protagonisti che si ricorderanno.

A prescindere dalla motivazioni di Rapuano, è sul Cholito che si appunta probabilmente il senso della sconfitta del Napoli. Per l’ingenuità del secondo giallo, ancor più per un giocatore che era stato sanzionato poco prima per un intervento decisamente più leggero e che, pertanto, doveva avere capito quale piega stava prendendo la direzione arbitrale. Che dopo un primo tempo alquanto lassista, a inizio ripresa ha tirato fuori 5 cartellini uno in fila all’altro.

Uno dei quali ha proprio visto il centravanti lanciato a rete da una sponda di Kvaratskheila e tamponato brutalmente da De Vrij. Ecco, proprio in quell’azione, si è vista la crescita della formazione di Mazzarri, la capacità di trovare spazi in profondità con un Kvara molto mobile e spesso centrale. Una scena da formazione che ha saputo tenere il campo anche controbattendo, come ha attestato la conclusione che pochi minuti dopo il georgiano ha indirizzato sul palo più lontano, obbligando Sommer a una parata difficile. In quei momenti il destino della Supercoppa avrebbe potuto cambiare. Non è consolante per chi perde, ma sarebbe sbagliato minimizzarne il significato.

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