2014

Napoli, Insigne: «Finalmente sta cambiando il vento»

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NAPOLI INSIGNE – Con due reti realizzate in una settimana contro VeronaAtalanta, Lorenzo Insigne si è finalmente sbloccato in questo nuovo anno, dopo aver trascorso quasi tutto il girone d’andata senza andare in gol. L’attaccante del Napoli si è confessato ai microfoni del Corriere dello Sport, facendo capire di essere convinto del fatto che la sorte sembra aver finito di voltargli le spalle, aiutandolo a dare una mano a questo Napoli che vuole volare.

ERA ORA – «Non ricordo più neanche quanti legni, tra pali e traverse, ho colpito – ha esordito Insigne – : forse quattro o addirittura cinque; e pure l’altra sera contro l’Atalanta… Non mi andava bene prima, mi sta andando benino ora. Però io ci ho creduto sempre. Pensavo che il destino avesse deciso di girarmi le spalle: palloni che uscivano fuori di poco, conclusioni che non andavano come volevo, errori sotto porta. Sai, ad un certo punto ti chiedi anche cosa stia succedendo».

BENITEZ E LA CLASSIFICA – Insigne ha parlato dell’apporto dato finora da Rafa Benitez, che però non basta a un grande Napoli per essere in testa: «La sua calma è rassicurante, ha provveduto a tenermi su: io sono testardo, vero, e non mi sono mai fatto travolgere dall’ansia; però volevo segnare. Le parole di sabato scorso sono servite per spargere in me ulteriore tranquillità. E dette da un tecnico del suo spessore. Classifica veritiera? Senz’altro. E complimenti alla Juventus e alla Roma per quello che stanno facendo. Ma complimenti anche al Napoli: girare a 42 è un’impresa, che passa in secondo piano solo perché davanti abbiamo trovato due rivali che viaggiano ad una velocità sconcertante.».

PESCARA – Si è parlato anche di Pescara, tappa fondamentale per l’esplosione di Insigne: «La promozione a Pescara è stato il mio primo momento toccante: non avevo mai provato la felicità che può dare un successo; siamo riusciti a restituire la serie A a una società e a una città che aspettavano quel momento da venti anni e lo abbiamo fatto giocando un calcio spettacolare: non so se per noi c’è un posto nella storia, ma penso sia complicato far meglio. Ma mi ha toccato anche debuttare al San Paolo, segnare il mio primo gol in serie A con la maglia azzurra, approdare in Nazionale. Zeman? E’ stato il mio maestro, mi ha insegnato movimenti offensivi pazzeschi e mi ha trasmesso mentalità. Mi ha voluto a Foggia in serie C e poi mi ha rivoluto a Pescara, mostrando di avere fiducia in me, che ero ancora un ragazzino. Non potrò mai dirgli grazie abbastanza».

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