2013
Napoli, focus sulla rosa: difesa e centrocampo sopravvalutati, Albiol non è un leader. E a gennaio…
NAPOLI SERIE A BENITEZ – Micidiale in attacco, colabrodo in difesa. Questo, in breve, il riassunto dei primi quattro mesi del Napoli sotto la gestione Benitez. Quello della tenuta difensiva è un problema che, con il passare del tempo, rischia di diventare cronico e, soprattutto, pericoloso in chiave Scudetto. Sicuramente è facile dirlo oggi, mentre il giorno della chiusura del mercato la maggior parte degli addetti ai lavori indicava la truppa di Benitez come la rivale per eccellenza della Juventus nella lotta alla vittoria finale. I numeri, però, inchiodano i partenopei: 17 gol subiti dopo 15 giornate (16 nelle ultime 7), che, considerando la Champions League, diventano addirittura 25 in 21 partite. E pensare che, lo scorso anno, il Napoli di Mazzarri, a questo punto del torneo, ne aveva incassati solamente 12.
CAMBIO TOTALE – Ad onor del vero va anche detto che è cambiato tanto – se non tutto – con l’arrivo di Benitez. La squadra non gioca più per difendersi, come accadeva durante la gestione del tecnico livornese, affidandosi principalmente alle ripartenze. L’allenatore spagnolo, al contrario, ha imposto, sin dall’inizio, un gioco offensivo e alquanto spettacolare: tre mezzepunte dietro all’attaccante di riferimento. E, soprattutto, è cambiato molto anche in difesa: abolito il modulo a tre – che con Maggio e Armero diventava spesso a 5 -, ‘Don Rafè’ ha preferito puntare su un reparto composto da quattro uomini.
SOLIDITA’ – Scelta lodevole e probabilmente unica nel calcio italiano, dove la maggior parte delle squadre è più propensa a coprirsi che ad attaccare. Ma per sostenere una squadra del tutto offensiva serve una difesa di ferro, supportata da un centrocampo altrettanto solido. E siamo sicuri che, dalla cintola in giù, gli azzurri siano qualitativamente all’altezza per tener testa a Juventus e Roma?
DIFESA – Partendo dagli esterni, Benitez può contare su Maggio e Mesto a destra, Zuniga e Armero a sinistra. Tolto Mesto, che visse i suoi anni di gloria alla Reggina sotto la guida di Mazzarri, gli altri tre nascono esterni di centrocampo più che terzini veri e propri. Zuniga si è adattato meglio di tutti, in quanto già a Siena ricoprì il ruolo di quarto di difesa, mentre l’esterno azzurro e l’ex Udinese hanno avuto diverse difficoltà. Sempre presenti in fase offensiva, dietro hanno lasciato a desiderare. E, non a caso, proprio loro due si sono resi ‘colpevoli’ di errori che, di fatto, hanno estromesso il Napoli dalla Champions League: Armero ha regalato palla ad Aubameyang al ‘Westafalenstadion‘, dando il là al contropiede con cui Aubameyang ha chiuso la partita. Non solo, perché entrambi i gol che il Marsiglia ha realizzato al San Paolo nascono da errori individuali: Maggio si perde Ayew in marcatura, poi, sempre Armero interviene male regalando a Thauvin la palla del 3-2. Gol che hanno pesato molto: a parità di punti e scontri diretti, infatti, l’Arsenal si è qualificato per differenza reti (+3, con 5 gol subiti, contro il +1 azzurro, con 8 reti incassate).
CENTRALI – In più c’è il problema dei centrali di difesa. Il punto di riferimento è stato individuato, erroneamente, in Raul Albiol: l’ex giocatore del Real Madrid, pagato 12 milioni di euro, è un buonissimo difensore, ma non ha – o non ha ancora – quelle qualità da leader che Benitez e i suoi collaboratori hanno voluto affidargli dall’inizio della stagione. Nessun errore da rimarcare, vero, ma anche incapacità di mostrare quel carisma che un giocatore del suo calibro – perché dicendola alla Mazzarri «un conto è prendere un giocatore dal Bologna e farlo giocare da titolare, un altro è acquistarlo dal Real Madrid» – avrebbe dovuto portare. Discutibile, invece, la scelta di dar fiducia a Britos e Fernandez – con quest’ultimo che, nella Seleccion argentina, gioca addirittura al posto di Gonzalo Rodriguez e Roncaglia – relegando ai margini Paolo Cannavaro. Il mercato servirà per portare un difensore d’esperienza. E a Napoli c’è ancora qualcuno che si chiede perché Benitez abbia fatto saltare la trattativa per l’acquisto – ormai definito – di Davide Astori dal Cagliari…
CENTROCAMPO – Anche in mezzo al campo qualche scelta errata c’è stata da parte degli azzurri. Il trio di centrocampo di Juventus (Vidal – Pirlo – Marchisio + Pogba) e Roma (Pjanic – De Rossi – Strootman) è nettamente più forte di quello partenopeo, che può contare, nella zona mediana del campo, solamente su Inler, Behrami, Dzemaili e il giovanissimo Radosevic. Le ‘tre guardie svizzere’ hanno mostrato qualche difficoltà di troppo, finendo per non riuscire a fare da filtro e a palesare i grossi problemi difensivi. Un altro reparto su cui De Laurentiis ha promesso di intervenire durante il mercato di riparazione: urgono rinforzi, prima che sia troppo tardi…