Champions League

Napoli, Garcia: «Sapevamo che non era una sfida facile»

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Le parole di Rudi Garcia, tecnico del Napoli, dopo la vittoria in Champions League contro l’Union Berlino

Rudi Garcia ha parlato ai microfoni di Sky Sport dopo la vittoria del Napoli contro l’Union Berlino. Di seguito le sue parole.

PARTITA – «Non abbiamo sofferto quasi niente, non siamo stati neanche troppo pericolosi, ma sapevamo che questa partita non era vinta prima di giocarla. Sopratutto perchè statiticamente una squadra che ha perso otto partite di file è più vicina a vincere che a perderne un’altra. Il primo tempo andava fatto meglio, abbiamo perso troppi palloni e loro vivevano sui nostri errori e in contropiede. Serviva avere pazienza. Nella ripresa abbiamo fatto meglio, siamo stati più intelligenti e poi abbiamo trovato il gol grazie alle qualità di Kvara e Raspadori».

FISICO – «Abbiamo messo gli ingredienti giusti, stasra c’era la voglia e la rabbia, vincendo i duelli. Siamo una squadra che sa giocare a pallone, ma questa sera abbiamo dimostrato che sappiamo anche lottare su ogni pallone».

CAMBI – «Non è mai facile togliere un giocatore all’intervallo, ma nel nostro mestiere dobbiamo prendere queste decisioni se pensiamo sia il meglio per la squadra. Elmas è entrato bene in fiducia. Oggi Cajuste è stato poco brillante, ma poi analizzeremo in vista del Milan. É la storia di una partita. In generale tutti quelli che sono entrati ci hanno aiutato. Così voglio la mia squadra, con una determinazione che devono avere tutti».

DIFESA – «Con Natan abbiamo lavorato molto. É molto importante lavorare insieme, sapersi allineare, guardando il compagno e la palla. Lui è un giocatore intelligente che ha capito cosa ci aspettiamo da lui. Sono contento perchè sta prendendo fiducia e sta dimostrando di avere un rendimento di alto livello».

DETERMINAZIONE – «Non è stata la nostra migliore partita, tecnicamente dobbiamo fare meglio, ma oggi dovevamo continuare a costruire rasoterra. Ci è mancato un po’ di movimento. Il pressing ha lavorato bene e noi fino alla fine dobbiamo fare il nostro gioco».

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