2017

Napoli, così arrivi a Madrid: come non sei mai stato

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Ora sì che è doveroso parlarne: a quattro giorni dalla notte del Bernabeu, Napoli ospite del Real Madrid

Napoli batte Genoa e vola in direzione Bernabeu, dove lo attende il Real Madrid di Zinedine Zidane – campione d’Europa e del mondo – per una notte speciale: ottavi di finale di Champions League, l’andata da disputare nel tempio madrileno ed il ritorno nel fortino partenopeo del San Paolo. Ma come arriva il Napoli di Sarri al suo storico evento?

IL 2017 DEL NAPOLI – Non fosse stato per l’evitabile sbandata con il Palermo, il Napoli avrebbe fatto en-plein nel nuovo anno: vittorie in campionato contro Sampdoria, Pescara, Milan, Bologna e Genoa, nonché quelle in Coppa Italia contro Spezia e Fiorentina. Per un totale di sette vittorie in otto gare complessive, con un complessivo di 21 reti realizzate e 6 incassate. I partenopei hanno dunque rasentato la perfezione sul piano del rendimento, al netto della circostanza per cui – nell’unico stop subito – avrebbero ampiamente meritato la vittoria: incoraggianti anche le medie gol, il Napoli ha viaggiato a 2.62 reti realizzate a partita ed a 0.75 incassate. Tradotto: sul piano dei risultati c’è ben poco da eccepire, la banda Sarri giunge al Bernabeu con un sufficiente carico di autostima.

E SUL PIANO DELL’ORGANICO? – La grande assenza, non nelle carte ufficiali ma di fatto, è quella di Arkadiusz Milik: il centravanti polacco sarà senz’altro arruolato per la trasferta, ma con un minutaggio post-infortunio tristemente pari a zero. Un fattore che sostanzialmente lo inchioda: sarà assai complesso vederlo in campo in quel di Madrid, anche per uno spezzone di gara. Non ne ha fatti finora, nonostante le recenti convocazioni, arduo immaginare che accada proprio lì. In quello scenario. Addirittura più probabile che, nel caso l’allenatore dovesse ricorrere a gara in corso all’impiego di un centravanti di ruolo, possa optare per il più pronto Pavoletti. Ed è un peccato perché di fatto il Napoli si vede privato dell’acquisto principe della sua estate di calciomercato: giunto dall’Ajax all’ombra del Vesuvio per oltre 30 milioni di euro, nei piani iniziali – quando ebbe i natali la trattativa – per giocare al fianco di Higuain e dare il benservito a Gabbiadini, poi per complesse logiche di mercato ritrovatosi a sostituire (con tanto di physique du role) il cannoniere argentino.

LA ROSA LUNGA – Ma la grande novità di casa Napoli è la dotazione del suo organico: una squadra completa in ogni ruolo che non teme assenze. Neanche quella dell’innesto più dispendioso della sua stagione, dell’attaccante che con il suo roboante inizio di stagione aveva dato un bel cazzotto al passato e fatto intendere di che pasta fosse fatto. Una rosa ampia che garantisce al tecnico massima varietà di soluzioni, individuali e tattiche: il resto lo fa proprio Sarri con le sue intuizioni, su tutte quelle che ha portato Mertens ad affermarsi come uno dei massimi goleador internazionali. L’evoluzione del gioco e le scelte in tal senso completano il quadro di una squadra altamente dinamica e – per un avversario che predilige la fase attiva di gioco – poco prevedibile. Aspetto che colora ulteriormente il tutto è la gioventù: può far chiaramente pagare dazio in termini di esperienza rispetto al robusto Real Madrid, ma al contempo garantire quella dose di spregiudicatezza ed irrazionalità che in queste notti – se non presa in eccesso – può catalogarsi tra gli elementi positivi. Questo nuovo Napoli impone di non rimpiangere il suo recente passato: quella milionaria cessione di cui tutto si è detto ha dato il là a questo entusiasmante progetto. Quello degli Zielinski, dei Diawara, dei Rog, della rosa lunga: come da queste parti non era mai accaduto prima.

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