2013

Napoli, De Laurentiis: «Scudetto? Sarà sfida a tre»

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Le parole del patron partenopeo in vista della sfida contro la Roma.

NAPOLI DE LAURENTIIS – Non sarà presente all’Olimpico per il big match contro la Roma per i suoi impegni a Los Angeles, ma Aurelio De Laurentiis sarà moralmente con la squadra per quella che può essere considerata la sua sfida, perché nella Capitale si intreccerà la sua passione calcistica con la sua attività cinematografica. Intervenuto  ai microfoni di Italia1 per la trasmissione “Tiki Taka – il calcio è il nostro gioco”, il presidente del Napoli ha esordito: «Il Napoli non ha mai avuto paura e mai dovrà averne di nessuno perché abbiamo un grandissimo allenatore e dei grandissimi giocatori. Siamo in grado di giocarcela contro chiunque ed a testa alta. Sarà una sfida che credo sarà vista da un miliardo di persone sparse in tutto il mondo. Lo scudetto? Prevedo una sfida a tre, ma speriamo che si aggiunga anche qualcun’altra, come l’Inter o la Fiorentina. Sarà un campionato che farà parlare molto di sè. Vedremo alla lunga chi avrà la resistenza maggiore».

NUOVE NORME – Il patron partenopeo, però, è intervenuto anche in merito al problema delle tifoserie: «Ci sono sempre delle frange che non rappresentano i veri tifosi, ma questo è un problema vecchio che in Italia non è stato mai risolto. E’ un problema del Governo ed in particolare del Ministero degli Interni: credo che il Ministero degli Interni si sia dotato di strumenti solo momentanei, tanto per tamponare il problema. E per la verità negli ultimi dieci anni lo ha fatto anche bene ma secondo me bisognerebbe educare sempre e mai reprimere. Se fossi nei rappresentanti del Ministero aprirei un tavolo di lavoro con Figc e Lega dove in dieci giorni occorrerà trovare la quadra del problema».

FUTURO – De Laurentiis ha poi gettato lo sguardo sul futuro: «A Napoli il calcio è come a Rio. Lì ci sono le favelas, ed anche Napoli ha i suoi problemi sociali. Ma noi abbiamo dimostrato che si può lavorare e creare qualcosa di positivo anche a Napoli: siamo una delle uniche società con il bilancio in attivo. A Napoli non bisogna chiedersi se si può lavorare o meno ma mettersi a lavorare e basta. A Castelvolturno abbiamo in animo di creare la vera casa del Napoli aumentando i campi di allenamento, gli spogliatoi in modo da convogliare l’intero settore giovanile. San Paolo? Dovrebbe nascere lì dov’è, ma dipende molto dalle autorità locali che forse non hanno ancora capito che una cosa importante per la crescita di un club di calcio è avere la proprietà dello stadio». 

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