2017

Napoli, rapporti tra calciatori e camorra: Procura archivia indagini. Il comunicato

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Napoli, si indaga sui rapporti tra calciatori e la famiglia Esposito: verrà ascoltato anche il presidente del club azzurro. La Procura ha archiviato il caso – 7 novembre, ore 16.55

La Procura Federale della FIGC ha preso una posizione sui presunti rapporti tra la criminalità organizzata e i giocatori del Napoli: l’inchiesta è stata archiviata! Queste le parole dell’avvocato Grassani: «Avevamo avvertito una sensazione positiva già dopo l’incontro odierno – riporta Repubblica – Non c’è stata alcuna condotta da addebitare al Napoli e al presidente De Laurentiis. Lo abbiamo dimostrato. Siamo soddisfatti». Questo il comunicato della Procura: «Il Dottor Giovanni Fiorentino, delegato dal Procuratore federale Giuseppe Pecoraro, ha ascoltato questa mattina il Presidente della SSC. Napoli Aurelio De Laurentiis come testimone in relazione ad un procedimento in corso riguardo la procedura di emissione dei biglietti del club partenopeo. Contestualmente, la Procura ha disposto l’archiviazione di un altro procedimento, aperto il 26 giugno scorso, avente ad oggetto i rapporti tra calciatori del Napoli e appartenenti alla criminalità organizzata».

Napoli, De Laurentiis ascoltato dal procuratore federale – 7 novembre, ore 8.50

Biglietti omaggio per le partite di calcio alla criminalità organizzata. Oggi sull’argomento, il procuratore federale Giuseppe Pecoraro ascolterà il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis. Si arriva a questo appuntamento dopo una lunga istruttoria, nata dagli atti di un’indagine condotta dalla Dia e coordinata dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice, uno dei due pm (insieme con Giuseppe Narducci) che diedero il via all’inchiesta di Calciopoli. Dai documenti emergerebbero rapporti fra alcuni calciatori della squadra di Sarri e i fratelli Esposito, tre imprenditori di Posillipo arrestati tempo fa con l’accusa di aver agevolato gli affari di due clan della camorra. Nella vicenda non sarebbero coinvolti comunque i dirigenti della società, De Laurentiis in primis. L’obiettivo di Pecoraro è quello di capire la natura di queste frequentazioni dei calciatori con gli accusati. Con De Laurentiis, si chiuderà probabilmente il cerchio dell’indagine sportiva. Che in parte ricorda il precedente Juve che ha portato alla condanna di Andrea Agnelli a un anno di inibizione (il 15 c’è l’appello).

GLI SVILUPPI – Ma il problema di un calcio «ostaggio» di alcuni gruppi malavitosi tornerà anche in Parlamento. Perché a distanza di 24 ore, il procuratore Pecoraro tornerà a essere ascoltato in sede di Commissione parlamentare antimafia, dal Comitato mafia e sport. Si tratterà di un aggiornamento significativo, dovuto, è logico pensarlo, anche agli sviluppi dell’istruttoria del fronte napoletano. Negli ultimi mesi, infatti, la commissione antimafia aveva ascoltato alcuni personaggi del mondo dello sport, e del calcio in particolare, chiudendo poi il ciclo delle audizioni con l’intervento del ministro dello Sport, Luca Lotti, che era stato preceduto nel percorso dei lavori dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, e dal capo della Polizia, Franco Gabrielli. In queste settimane, prima della fine della legislatura, si dovrebbero mettere a fuoco alcune proposte, anche con eventuali interventi legislativi.

«NOI OSTAGGIO» – Come riporta “La Gazzetta dello Sport”, proprio nello scorso giugno, in una delle audizioni, era stato sentito lo stesso De Laurentiis. Fra i dirigenti più duri nella denuncia di uno stato di impotenza dei club di fronte alle infiltrazioni da stadio: «Siamo ostaggi. Facciamo tutto quello che è possibile – aveva detto allora il presidente del Napoli –, ma le leggi non ci aiutano a tenere la camorra lontana dagli stadi». Parole che oggi torneranno sicuramente nell’incontro con Pecoraro e nella successiva audizione del procuratore calcistico davanti ai commissari antimafia

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