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Napoli Conte: «Voglio che questa non sia un punto di passaggio, ma una meta. E se qualcuno non ci vuole stare…»

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Le parole di Antonio Conte, nuovo tecnico del Napoli in diretta nella conferenza stampa di presentazione al Palazzo Reale

Antonio Conte ha parlato nella conferenza stampa di presentazione al Palazzo Reale di Napoli. Inizio previsto per le 15.15. Di seguito le parole del nuovo tecnico dei partenopei.

ACCOGLIENZA – «É la prima volta che vengo presentato così e c’è un filo di emozione nonostante abbia una carriera abbastanza lunga da calciatore e allenatore. Sicuramente c’è un filo di emozione. Vi ringrazio e ringrazio Napoli. Prima di ricevere di solito do qualcosa, qui è successo il contrario: ora devo restituire».

PARLA ADL – «Quando c’è un nuovo allenatore si riparte e si cancella tutto quello che c’è stato. A Settembre saranno 20 anni di permanenza e speriamo, toccando ferro, di restare altri 20 anni».

COSA DARA’ – «Prometto serietà, una parola spesso sottovalutata. La serietà di dare tutto per il Napoli, nel trasmettere la mia cultura lavorativa e la mia mentalità e le mie idee calcistiche. L’obiettivo, al di là del primeggiare e scrivere la storia è quello di rendere orgogliosi i propri tifosi. I tifosi devono riconoscersi nella squadra. Dobbiamo renderli orgogliosi, nell’impegno profuso e del calcio giocato. C’è la vittoria e la sconfitta, ma dovremo sempre sudare la maglia. Questo posso prometterlo: daremo il massimo e anche di più».

PIAZZA – «Napoli è una piazza importante e passionale e lo è sempre stata. La passione per il calcio e la propria squadra. Da parte nostra quello che dovremo fare è alimentarla. Sarà una nostra responsabilità: qui c’è un grande fuoco e vogliamo farlo crescere».

CHE FACCIA AVRÁ LA SQUADRA – «Avremo una faccia incazzata. Veniamo da un’annata dove tante cose non sono andate nel verso giusto e dobbiamo trasferire questa voglia di rivalsa in campo sotto tutti i punti di vista: dal calcio al comportamento. Per quanto riguarda il mercato cercheremo di fare le cose migliori per non sbagliare e fare arrivare calciatori che possono migliorare la rosa».

SCELTA NAPOLI E CONTATTI CON ALTRE SOCIETÁ – «Ho scelto Napoli per il progetto, ho firmato per tre anni. Con il presidente vogliamo far diventare Napoli il prima possibile un’alternativa possibile alle solite note. Il Napoli ha fatto le coppe per 14 anni, significa che la gestione è stata giusta, si è vinto uno scudetto, oggi c’è da ricominciare e ricostruire. Chi ha tempo non aspetti tempo e cercheremo di prenderci subito questa responsabilità. Questo progetto mi ha dato entusiasmo e mi ha fatto sentire qualcosa in pancia. Dall’estero mi era arrivata qualche proposta interessante, ma col presidente ci era eravamo promessi di fare qualcosa e abbiamo trovato la giusta quadra».

UOMO DEL SUD – «Io sono un uomo del Sud, sono nato a Lecce e so cosa significa. Da allenatore e rappresentante di una grande squadra è una grande soddisfazione e un onore allenare la squadra che rappresenta il sud».

MAL DI PANCIA NELLA ROSA – «Le stiamo gestendo insieme al club nel migliore dei modi. Sono stato molto chiaro con il presidente: prima di parlare di aspetti economici ho chiesto solo una cosa: avrei deciso io chi rimane e chi può partire. Se vogliamo parlare di progetto, ma poi mandiamo via i migliori, mi sembra un controsenso. Ho trovato condivisione su questo punto al 200% con il club e il presidente. Ho già parlato coi calciatori per fargli capire le mie idee. Ho sentito anche cosa avevano loro da dirmi, ma alla fine se ci sono dei problemi li risolvono, perchè la decisione è mia. I giocatori che fanno parte del progetto saranno al 200% calciatori del Napoli. Qui non c’è confusione. Sappiamo cosa fare e lo faremo».

PARLA DE LAURENTIIS – «Conte è un signore e non ha voluto fare nomi, ma parla di Kvara e Di Lorenzo. Di Lorenzo è un giocatore e un uomo straordinario, posso capire che si sia sfastidiato come lo eravamo tutti quanti. Si è sentito abbandonato, ma gli ho spiegato che non è possibile. I giocatori però sono ragazzi giovanissimi, spesso carichi, ma poi si scaricano. Spero che dopo l’Europeo, dopo la qualificazione fortunosa, possa ritrovare la serenità. Con Kvara non ci sono problemi perchè ho un contratto. Lo incontreremo e gli proporremo un adeguamento e i problemi non li vedo. Poi si può dire quello che uno vuole e ci può essere chi, ‘contra legem’ fa dei contatti e delle offerte ai giocatori senza passare dal club. Per cui uno se volesse potrebbe anche richiamarli all’ordine, visto che poi in quel club ci sarebbe il presidente dell’ECA, ma ormai non mi meraviglio più di chi è corretto o no. Io cerco di esserlo».

KVARA, DI LORENZO E OSIMHEN – «Voglio aggiungere una cosa a quanto ha detto il presidente: Di Lorenzo è un giocatore top, è il capitano, ma è anche una persona molto perbene e importante nello spogliatoio. Kvara idem, lo scorso anno c’è stata una frustrazione generale. Siamo tutti uomini, quest’anno deve essere una stagione di rivalsa. So la situazione di Osimhen, diversa rispetto alle altre. Io assisto. Se mi chiedete del calciatore vi dico che ha un livello altissimo, non posso entrare in altri discorsi fatti in precedenza. E che io ho accettato».

PORTIERI – «Gode della massima fiducia, è il nostro portiere, sa quali sono le mie richieste. Ha delle grandi potenzialità. Sta arrivando anche Caprile, sta facendo un percorso importante».

COME SI APPROCCIA UNA NUOVA REALTÁ – «Il Chelsea due anni prima aveva vinto la Premier League, poi dopo aver mandato via l’allenatore erano arrivati decimi e l’anno dopo noi abbiamo vinto la Premier League. Penso sia stato qualcosa di incredibile perché in Premier League ci sono delle super potenze. Quello che io non posso promettere è sicuramente la vittoria, perché vince solo una. Posso promettere che iniziamo un percorso dove possiamo essere competitivi per la vittoria. Poi sapete bene che ne vince solo una ed è molto difficile. Lo dico spesso, testa bassa e pedalare, noi dobbiamo parlare poco, c’è poco da fare proclami. Facciamolo con i fatti non a chiacchiere. Sono la persona del fare, non sono il tipo di vendere aria fritta. Non sono neanche troppo paziente, questo purtroppo o per fortuna è la nostra forza. Noi dobbiamo solo stare zitti quest’anno».

PASSIONE DELLA CITTÁ – «Ci sarà sempre una forte passione qui, la città è malata di calcio ma la città deve migliorare per proprio conto. Chi è in dovere di migliorare la città deve farlo, noi siamo partecipi e cercheremo con il calcio di coinvolgere sempre di più tutti. Noi dobbiamo assecondare passione e voglia. Napoli è unica al mondo, sarebbe bello vederla crescere come economia e altro e anche come calcio».

PAURA DI ALLENARE IL NAPOLI – «Napoli è una sfida che arriva nel momento giusto, ho voglia di godermi tutto e ricambiare. Qualcuno mi ha chiesto se avessi paura. Ma paura di che? Mi affascina questa sfida. A me non ha regalato niente nessuno, ho conquistato tutto da solo e questo lo trasmetto a mia figlia come ai miei calciatori. Abbiamo avuto il talento, ma il talento senza ossessione e lavoro non è niente».

LUKAKU – «C’è tanta voglia di ripartire, non bisogna farsi prendere dal panico ripensando all’anno scorso, ma bisogna essere freddi e analitici. I giocatori sono validi, cercheremo di fare cose mirate per avere benefici per rinforzarci. Le competenze sono importanti, io so che posso migliorare i calciatori ma so che posso contare su una buona base. Lukaku è un grande giocatore, come Osimhen, quando ci sono si spera sempre di averli sempre dalla propria parte».

CHE REPARTI VANNO MIGLIORATI E BUONGIORNO – «I numeri spesso non dicono tutta la verità, ma fanno riflettere. L’anno scorso il Napoli ha preso 48 gol, siamo finiti al decimo posto. Abbiamo subito 27 gol in casa. Fa riflettere. Bisogna ritrovare un equilibrio, attaccare solo o difendere solo non va bene. Nessuno ha mai vinto subendo tanti gol. Buongiorno? Girano tanti nomi, cercheremo il profilo migliore. In difesa faremo qualcosa sia dal punto di vista del mercato che dal punto di vista della tattica».

STRAPPO CON IL PASSATO – «Scurdammoce ‘o passato? Sì. Ma ogni tanto bisognerà ricordare il dolore provato, ci aiuterà a fare qualcosa in più. Modulo? Abbiamo calciatori offensivi importante. Un allenatore bravo è quello che mette in condizione i propri calciatori di esaltare le proprie caratteristiche. Non vado dietro a mie idee, saremo molto duttili. Ma innanzitutto voglio conoscere la squadra».

LAVORARE SENZA COPPE – «Le mie squadre lavorano il giusto. Ma la fatica bisogna farla, è nella fatica che conosci te stesso, impari a reggere stress e difficoltà. C’è una filosofia che porto avanti ormai da anni. Mi piace lavorare il giusto, il pallone è diventato molto più utilizzato, quando ero io calciatore lavoravamo tre volte di più. A volte la fatica bisognarla, attraverso la fatica conosci te stesso, lo stress e la difficoltà. Sono stato allenato da un figlio di Napoli che non c’è più, il professor Ventrone, e mi piace ricordarlo».

PERMANENZA KVARA E RUOLO – «Kvara rimane, sono stato categorico. Vi ho dato una notizia? No, l’ha data il presidente. É un giocatore come ce ne sono sempre meno, fantasista, fa assist, gol, può giocare esterno o dentro. Esalteremo le sue caratteristiche, dobbiamo assecondarle. Lo faremo con lui, con Politano e con gli altri che abbiamo in rosa».

RISPOSTA AD IBRAHIMOVIC – «Rispetto tutti, non ricordo bene cosa abbia detto, mi considera un manager? Io mi considero così come allenatore, anche De Laurentiis lo sa, voglio avere voce in capitolo e da altre parti questo può dar fastidio».

RASPADORI E FOLORUNSHO – «Sono due calciatori importanti. Voglio aiutarli a crescere, così come farò con tutti i calciatori della rosa» le parole «Folorunsho ha fatto bene a Verona, sono molto curioso di conoscerlo. Raspadori ha qualità importanti, ha margini di miglioramento e può darci tanto.

SCOSSA – «La scossa che serve bisogna darla con l’esempio. Chi è a capo di un gruppo è un leader, la leadership la conquisti con l’esempio. All’inizio è tutto bello, sono tutti disponibili, ma nessuno conosce la difficoltà che c’è. Come il ciclista che va a tappe: mi auguro di trovare tanti calciatori che mi seguono per arrivare alla fine di questo percorso e diventare vincente».

MESSAGGIO – «Ci sono onori e oneri quando vinci. E dovremo far tesoro dell’anno scorso per capire che dobbiamo tornare a vincere e poi saper gestire la vittoria. L’anno scorso non c’è stata una buona gestione, altrimenti non mi spiego perché questa annata. Si vince tutti e si perde tutti. Nessuno scenda dal carro. Messaggi non ne mando agli avversari. Potrei dire fesserie che ci tornano in faccia. Oggi è il momento di fare. Io sono tornato in pista, in Italia, mica per la statuina del presepe. Sono in debito nei vostri confronti. Risultatista o giochista sono da giornali, bisogna entrare nel cuore della gente e dei tifosi e dare il tutto per tutto e scrivere qualche pezzo di storia, io non vendo fumo».

GIOCO O RISULTATO – «L’importante è entrare nel cuore della gente. Dove ho allenato ci sono sempre riuscito. Ho scritto qualche pezzo di storia. Ma sono per la praticità: le mie squadre hanno vinto sempre con miglior attacco e miglior difesa producendo qualcosa di bello. L’allenatore bravo coniuga bello e risultato, altrimenti diventa tutto complicato».

COSA PROMETTE A DE LAURENTIIS – «Il presidente è il primo tifoso. Gli dirò sempre la verità, non cambierò il mio modo di essere: sono come mi vedete. E penso che lui apprezzi la mia spontaneità».

COSA DICE AI GIOCATORI CHE NON VOGLIONO RIMANERE – «Più facciamo e meno parliamo meglio è. Oggi mi sto dilungando troppo, ma dobbiamo conoscerci. Mi auguro che in questo mio percorso il Napoli non sia più vista come una squadra di passaggio ma come una meta. Il calciatore deve venire qui sapendo che qui si viene per lottare a vincere. Se qualcuno non è contento sta con me, lo metto vicino, gli racconto qualcosa, fa parte del mio staff. Patti chiari e amicizia lunga. Questi discorsi non li accetterò mai».

CHIUSURA ADL – «Conte ha acquisito lo status da manager ecco perché non mi permetto di dire “a”. Ha un’idea a 360 gradi e tutto contribuisce al successo dell’impresa, interpreta questa idea che mi piace tanto. Tutti cedibili? Era una massima perché tutti hanno un contratto. Di Lorenzo ha altri quattro anni più un’opzione e ha gli attributi io ci tengo molto, non solo Conte. L’agente cerca di portarlo via perché fa parte del gioco degli agenti, non cambierà mai. Ma noi  riusciamo a fare (lui e Conte, ndr) cose complicati in posti complicati. Al Chelsea è tutto in mano a una certa Marina, poi succedono delle cose al proprietario per cui non è tutto così semplice. Io sono indipendente».

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